Non parlerò di orto anche se gli ortaggi sono le uniche cose che ultimamente sto portando a casa.
Bellissimi, meravigliosi, per alcuni versi impegnativi....ma di squame non se ne vedono.
Lo scompartimento del freezer dedicato al pesce ad oggi, 25/07/2024, contiene 7 polpi, 1 murena e 1 calamaro.
Niente cuda, niente occhiate, niente pesce da zuppa, niente spigole, niente di nulla.
Anche se il freezer non è mai stato un indicatore preciso del pesce che passava per le mie mani....ai tempi d'oro era assai inusuale per me congelarlo, perché se avevo voglia di pesce fresco mi bastava andare a pescare. La mattina per la sera...il tramonto per la cena....alla peggio...oggi per domani.
Ho da poco organizzato una grande cena a base di pesce...pescando al mercato. Una rapina a mano armata. Non ricordavo quanto costasse il pesce serio perché semplicemente.... lo pescavo!
Sto facendo confessione fiume di quello che sto passando....condita da considerazioni generali sul perché e sul per come non pesco più una mazza.
Prima ragionerò sulla mia situazione nello specifico....allargando solo in un secondo momento il campo di indagine al di fuori delle mie gesta, per provare a capire se tale condizione riguarda più persone...e se si quante.
Da cosa partire.
Bene diciamo pure che sto andando meno.
Molto meno. Escludiamo il 2024. Annus horribilis della pesca per quanto mi riguarda.
Prendiamo a campione il triennio 2021-2022-2023.
Dovrei aprire le varie cartelle e fare un po di ricerca per stabilire quante volte sono andato e quanti pesci ho tirato fuori.
Poche e pochi. Ma il dato che fa saltare i conti è proprio il rapporto uscite-catture che è drammaticamente cambiato. In peggio.
Sta a significare che se negli anni d'oro ad ogni uscita corrispondeva una o più catture, tale rapporto non è rimasto invariato al diminuire delle uscite.
Cioè non sarei allarmato se pescassi meno semplicemente perché sto andando di meno.
Il vero dramma è che le poche volte che sono andato....la media catture ha iniziato a scendere vertiginosamente fino ad arrivare al 2024 con 6 cappotti su 6 uscite. Spalmate sostanzialmente in 6 mesi. Una al mese. Pochissimo. Ma proprio perché risicate sono anche state "pianificate" abbastanza bene proprio per andare a colpo sicuro.
Condizioni medio buone se non addirittura ottime...che avrebbero dovuto garantire pescate più che dignitose.
Stiamo parlando di schiumate, scadute, albe e tramonti. Ma anche noiossissime ricerche dei cuda perduti, a mare piatto e calasole, che nell ultimo decennio posso dire di aver praticato con risultati eccellenti.
D'estate, periodo che odio, andavo comunque la sera a fare due lanci, nei posti giusti, e i barracuda ( molti ) erano garantiti. Tanto da andare via ben prima che finissero di mangiare. Ricordo di zaini pieni, di pulizie in loco per buttare a mare code, teste e lisca e salire solo coi filetti già porzionati...per limitare la fatica al rientro.
In pratica c'era il distributore automatico dei cuda. E se partiva un po di schiuma, delle occhiate e perfino di qualche sarago. Senza troppi patemi e con lo 0.50 di finale.
Ora il nulla cosmico. Ma il punto non è il cappotto in sé. Piuttosto la consequenzialita dei cappotti unità alla mancanza di scenari fortunosi che sono il sale della pesca.
Ciò che fa continuare a bruciare la fiamma della convinzione che al lancio seguente qualcosa abboccherá.
E di questi episodi, quasi senza accorgermene in passato né ho fatto incetta.
Quanti pesci presi SOLO per il fatto di aver lanciato una volta in più, oppure aver cambiato esca, o agganciati per la schiena o chissà che altro.
Culo, benefico, salutare, indispensabile per affrontare i momenti no, che pochi sono stati.
Tutto sembrava facile. Arrivato sullo spot...c'era quasi sempre il modo di ribaltare il momentaneo stato di ammanco di squame, fosse l esca, o l'onda, o il vento, o l'orario. Se ne veniva quasi sempre a capo. E non costava particolare fatica/impegno.
Oggi sto per dire che non è più così. Almeno per me.
Soluzioni che prima portavano pesci...oggi sembrano sterili. Siamo a 0, Zero assoluto.
Cambio esca, cambio spot, aspetto il tramonto, vado in piena schiumata o ridossato.
Vorrei dire che in mare c'è il deserto. Finito tutto.
Da terra santa a terra marcia.
E se vincere aiuta a vincere....le sconfitte portano altre sconfitte, fiaccando il mio spirito, che avrebbe dannatamente bisogno della botta di culo, su cui costruire una lenta risalita.
Che peraltro sto gia accettando di buon grado....un po di serie B fortifica lo spirito.
Però adesso anche basta.
Ed intorno a me cosa vedo.?
Non voglio fare il vecchietto attempato. Ma do per scontato che 20enni che oggi vanno a fare due lanci ci siano. E a loro...che avranno penso e spero più tempo libero e maggior serenità...vorrei chiedere: state pescando? Bei pesci se ne vedono? Con che media?
Tali risposte sono importanti nella misura in cui aggravano la mia e solo mia condizione.
Se mi dicono che ci stanno pescando tutto ne sarei felice. Vuol dire che dalla mia condizione c'è modo di uscire.
Peggio sarebbe sentirsi dire che per prendere una ricciola....oltre ad aver speso 1500 euro tra canne, mulinelli, tracciato ed esche devono andare a mare 20 volte al mese.
Il rapporto uscite-catture è fondamentale per avere una radiografia delle condizioni del mare nel 2024.
Non ci si deve far abbagliare dalla lampuga xxl presa dalla scogliera...se è frutto di 20 uscite. O del dentice, o di 4 palamite se per prenderle sono andati 50 volte.
Non erano questi i numeri che ho vissuto. Peraltro mica 30 anni fa....diciamo 10 anni fa.
Lo sforzo che veniva messo in campo era di per sé ampiamente oltre il necessario.
Tradotto non si è passati dallo stare fermi al porticciolo e pescare mostri a ripetizione a doversi ammazzare per prendere un' occhiata.
Ci si sbriciolava di fatica a prescindere e si pescava bene. Non c'era bisogno ne di canne da 3 metri, ne di mulinelli 8000.
Oggi a pari fatica, corrispondono 0 catture a quasi. Un barracuda, dopo essersi fatti magari 150km tra andata e ritorno, scogliera zaino ecc equivale a 0. Idem 3 occhiate.
Lo sforzo eccede di xmila volte il premio.
Facendomi domandare ma che senso ha? Detto da chi ha la fortuna di aver visto mare, schiuma, albe e tramonti tanto da esserne assuefatto.
L'argomentazione " che ti importa, hai staccato, vedi il mare ti godi il tramonto ecc ecc" non regge. Ne ho vissuto a migliaia. Mi bastano fino alla morte.
Io voglio raffiare pesce!
Conto anche sul feedback di chi ormai ha preso la via del kayak.
Anche loro mi danno una fotografia penso abbastanza verosimile di quello che sta succedendo mediamente in terramarcia.
Faticano a fare esca. Cioè mattina presto perdono ore a cercare un sugarello da innescare.
In mare aperto! E per la fatica che ci mettono....vista coi miei occhi...dovrebbero, anzi si meriterebbero un dentice a uscita...per kayak.
Propendo quindi per questa conclusione.
Un calo massiccio del pesce sottocosta negli ultimi 4-5 anni. In continuo declino.
Non posso dire ne sapere se si tratti di fluttuazioni temporanee.
Il punto ora è capire come svoltare. Ho gia saggiato con mano che alzare il ritmo non porta, o almeno fino ad ora, non ha portato ad una soluzione. Albe incredibili e tendate pazzesche in spot inavvicinabili non hanno prodotto un cambio di marcia apprezzabile. Ad aumento sensibile degli sforzi non sono seguiti incrementi di catture.
Questo vuol dire che, letto al contrario, all'aumento degli sforzi i cappotti sono stati devastanti.
Serve quindi una soluzione pragmatica per cambiare il corso degli eventi. cioè cappotti da qua al 2030.
C'è chi mi ha suggerito una semplice pausa forzata e forzosa.
Chi una conversione al natante.
Come ho gia detto pescare aiuta a pescare, e i cappotti portano ad altri cappotti, e quando la situazione è disastrosa più che prendere pesce è fondamentale non spaccarsi di fatica e tornare a casa a mani vuote.
Cioè meglio sforzo zero e pesce zero che sforzo mille e pesce 1.
Appena trovo una soluzione avrò da aggiornarvi.