lunedì 2 ottobre 2023

L'apostolo del Lanciaerecura

Io ne sono il Profeta. O almeno quello che da 10 anni a questa parte ci mette la faccia.

Ma come tutti i Profeti che sono passati su questa terra, sebbene il mio tempo non sia ancora terminato, posso contare anche sul'opera dei miei apostoli.

Le tentazioni che subisce chi pratica la pesca sono davvero irresistibili, a confronto quelle che escogita il Diavolo sono risibili. Cioè è molto più facile resistere alla tentazione di non desiderare la donna d'altri che lo spot degli altri. Specialmente se lo si è riconosciuto. E Se poi c'è un documento che dimostra la presenza di pesce è finita.

Cosi, come la canna da pesca d'altri, o il mulinello...o perfino la tecnica.

Si può pescare a strappo, a spinning, a roubasienne, a canna fissa, a traina, a drifting, a bolentino, da riva, dal kayak e via discorrendo.

Riconoscere il vero amore è molto ma molto più difficile che riconoscerlo fra i rapporti umani.

Non c'è notte nella quale non ci si domandi....ma se provassi in questo modo? Ma se usassi l'esca viva? Ma dal kayak come sarà? E se vado di notte?

Uno può aver pescato 10 anni sempre nello stesso modo eppure il pensiero di tradire le sue origini è sempre presente. Non c'è nulla da fare.

Io son qui per dirvi che la profezia è chiara. Il lanciaerecupera primordiale è la via. L'unica. Indistruttibile dal tempo e dalle circostanze. La cui chiave d'accesso è l'ATTO di fede massimo richiesto ad un uomo.

Si verrà ripagati prima o poi, magari ad intervalli di tempo che sembrano infiniti. Ma ne vale sempre l'attesa. Almeno tutte le volte nelle quali la profezia si è manifestata in mia presenza.

E pochi giorni fa ne ho avuto l'ennesima riprova che credo valga la pena di raccontare.

Senza vlog, senza video, senza go pro, senza grugniti greco-liguri, senza "bro it's amberjack, it' dentex, bro bro brooo broo bro bro!" , senza fornelli al butano, senza pan bauletto, senza salse in bustina, senza testare canne nuove, senza esche nuove, senza vestiti nuovi e ci siamo capiti dai...

La mano del Profeta ha fatto solo si che venisse indotta la scelta del luogo. Ma non il giorno. E' stato un continuo posticipare la data per via degli innumerevoli impegni, fino a che ci si è ritrovati d'accordo su un fine settimana in cui tentare.

La formazione comprendeva me e due pecorelle smarrite che non solo stavano perdendo la retta via, ma anzi tentavano, in maniera neanche tanto implicita, la mia conversione al kayakfishing.

Non è stato difficile resistergli perchè sono costruito per non andare d'accordo col sole, con l'uso di tante attrezzature, con l'ecoscandalo, col giubbotto salvagente, col caricare e trascinare il kayak per portarlo a mare e via dicendo.




Ma mentre preparavamo il ricostituente a base di granchio blu, pomodori dell'orto, basilico, olio, sale ecc venivo mitragliato da fotografie di pesci mastodontici presi dai loro kayak...ed io...da Profeta quasi in rovina... non avevo di che replicare. Troppo tempo passato dagli ultimi pesci clamorosi, belle pescate si, di cui non ho mai fatto menzione sul blog, ma poco o nulla che potesse competere con quanto mostratomi a tavola fra un granchio e l'altro.

Rigovernata la tavola e sfamata una volpe rabbiosa che girava intorno alla nostra postazione coi gusci dei granchi, pianificavamo quella che sarebbe dovuta essere l'impresa del decennio sorseggiando l'ultima birra prima di andare a dormire.

Pur con la barra dell'ottimismo alle stelle era impensabile riuscire ad arrivare dove ci eravamo prefissati. Nemmeno 10 anni fa ce l'avremmo fatta.

Però avevamo deciso di partire col piede giusto. Niente alba.

Si dorme fino a che si è riposati.

Cosi, tra cambio, colazione fragole e caffe, abbiamo mosso i primi passi in scogliera verso le 8 30.

Finalmente vedevamo qualcosa. La sera prima essendo arrivati quasi verso le 21 non si vedeva una mazza.

Impossibile capire quello che ci avrebbe riservato la scogliera.

Il satellite non restituisce mai la crudezza della realtà.

L'abbigliamento era trekking puro. Nulla che avesse a che fare con la pesca, anche se alcuni passaggi prossimi al livello dell'acqua richiedevano il piede scalzo.

Non ho accennato al mare ma era davvero buono. Onda giusta, seppur in presenza di vento teso, che diventava devastante non appena si raggiungevano le creste delle montagne.




Procedevamo con una sommaria esplorazione dei luoghi e  lanciavamo dove era possibile. 

Di fatto qualche pescetto subito si è visto, io una spigoletta forse al terzo lancio, più svariate occhiate, alcune davvero grasse che poi son finite sulla brace.

Un barracuda di dimensioni ragguardevoli si è avventato sullo sciorlain di prima mattina, in mezzo a delle guglie di roccia che affioravano dall'acqua, ma sfortunatamente dopo un paio di sfrizionate si è sganciato.

Da questo momento praticamente più nulla eccetto qualche occhiata sporadica.

I nostri propositi, vista l'orografia della costa, come anticipato prima, si sono schiantati dopo qualcosa come 3 km circa.

Io per salvare la pellaccia ho evitato un passaggio davvero mortale che non ha fermato la mia compagnia dal proseguire.

Liberi tutti, loro di esplorare, io di scarpacciare....ma al momento della separazione il pesce era tutto nello zaino di Luca.

Alle 14:00 mi trovavo senza pranzo, un limone nello zaino e basta.

Sicchè ho messo le esche da frocing e ho provveduto a pescare il solito pesce del cazzo ma quanto mai fondamentale per rimanere in vita.

Due occhiate e due vacchette costituivano un ottimo pranzo.

Ritorno nella remota spiaggietta coperta dai tamerici, dove sotto la loro ombra appronto un pezzo di legno da usare come ripiano. 





Non avevamo orari di rientro, e se non fossero morti, sarebbero per forza dovuti rientrare dalla spiaggetta. 

Erano già le 15:00 e la lama del coltello affondava nella carni dell'occhiata quando in lontananza, sulla parete di roccia, scorgevo due sagome in fase di rientro.

Nessun pesce enorme usciva dai loro zaini. Le cose andavano piuttosto male direi.

Il kayak al momento sembrava un avversario imbattibile per il mio Dio.

Ci si ritrova e decidiamo di saltare il pranzo per sostare nella zona dove poi avremmo fatto l'imbrunire. Sfiancati dal sole, dal vento e dalle ormai terminate scorte d'acqua si rientrava con un solo obbiettivo.

Pranzare, recuperare le forze per un paio d'ore e attaccare il fato al tramonto.

Inaspettatamente però da questo momento la Profezia cominciava a dispiegarsi in tutta la sua Potenza.

Eravamo stanchi e abbiamo trovato un giaciglio all'ombra dove riposare....Luca e Stefano erano assetati e hanno trovato una bottiglia d'acqua chiusa....perfettamente conservata all'ombra con cui ritemprarsi.

Ci mancava una griglia....e ne abbiamo trovata una marcia in mezzo alle pietre della scogliera durante il rientro.

Gia avevo capito che l'atto di fede che ci era stato richiesto avrebbe pagato. Tutti i pezzi stavano andando al loro posto.

Addentando occhiate non spinate, non spanciate e non deliscate abbiamo fatto il punto della situazione e deciso come disperderci per la scogliera per tentare il miracolo all'imbrunire.




L'attrezzatura ridotta all'osso cosi come il lanciaerecupera richiede, non scior jigghing ma sciorline, nessun P.E. che dopo 10 anni non so ancora che c@zzo vuol dire a parte indicare il ritardo mentale di chi usa questo termine, ma trecciato sfatto, marcio, girato 4 volte nella speranza che reggesse ancora, niente raffio, niente boga, niente coppo niente cliff claff, ma solo il calcolo dell'onda per tirare su l'eventuale pesce.

18:00 - 19:00, questo il lasso di tempo che ci eravamo dati.


Optiamo per 3 punti diversi salvo poi incontrarmi con Stefano su una punta dove giocarci il tutto e per tutto. Erano già le 18:30 e non si era visto una mazza.

Lanciavamo a raffica le solite due esche pescando dal primo piano, stando attenti alle onde di mare montante non sempre facilmente prevedili ed in men che non si dica era giunta l'ora. Qualcosa si doveva vedere....ed infatti si fece vedere un barracuda dietro la mie esca. Solo un inseguimento terminato a ridosso del gradino e basta.

Se c'è una certezza totale, comunque vadano le cose, è che mangiamo sempre piatti clamorosi. 

E voi direte....e che centra col racconto? Be centra perchè si prospettava una misera ( per noi ben abituati ) pasta dalla bottarga per cena..non avendo ancora svoltato la giornata col pesce che stavamo aspettando da anni.

Se avessi avuto la go pro.....che grande tesimonianza che avrei potuto tramandare.

Ma i Profeti si sa lavorano con gli scritti, non coi vlog.

Capitò la stessa cosa nel 2016 con l'ultima ricciolona presa da riva...mangiò nel momento esatto in cui pronunciai la frase che a suo tempo servì per scatenare il Fato.

Ogni uscita richiede una frase/esclamazione differente. A volte non si pesca semplicemente perchè si è sbagliato il frasario.

La formula odierna l'ha pronunciata Stefano e che dio ci fulmini se non è andata esattamente così: "Albe....mi sa che oggi ci dobbiamo accontentare di una misera pasta alla Bottar...."

L'ultima sillaba non è stata necessaria. E la cosa più appagante è che in quel momento io stavo guardando lui e lui guardava me mentre la sua canna si è piegata. Non 10 secondi dopo la frase, non 10 secondi prima, neanche 2. Esattamente così come scritto.

A canna piegata si pensava fosse quel barracuda marcio che aveva seguito la mia esca pochi minuti prima.

Ma Stefano stava pescando davvero con una cannaccia per legare i pomodori. Impegnarla così non poteva essere nemmeno il re di tutti i cuda allamato per la schiena.

Ci siamo risparmiati, penso in maniera voluta, tutto il frasario dei prostaffe moderni. Ne "bro" di qua ne "bro" di là, ne urla ne urletti da donne isteriche mentre il pesce prendeva lenza.

Ha regnato il silenzio assoluto per tutta la prima fase, nessuno aveva niente da dire anche perchè lo spot era totalmente nuovo e non avevamo idea di come fosse il fondo.

Sicchè il recupero è stato direi quasi "esplorativo", ovverosia al pesce era concesso un po' di margine per muoversi, soprattutto nella prima fase per poi essere riavvicinato e fatto sfogare nuovamente quando la lenza appariva troppo vicina alle rocce.

L'unico momento di "consultazione" è stato quando decidere se forzarlo o meno perchè non si decideva ad aggallare. E non vedendolo non capivamo cosa fosse e ne come fosse allamato...eccetto aver ipotizzato ( almeno per mia parte ) essere una grossa ricciola...

Convenendo che si era arrivati al momento opportuno...bisognava forzarlo. Si era preso lenza più volte....l'aveva fatto riavvicinare, poi con grande freddezza aveva aperto l'archetto per ben due volte per farlo riandare al largo ed evitare la rottura che avrebbe decretato la sconfitta del Lanciaerecupera.

Alla fine l'abbiamo visto. Un pesce meraviglioso, grasso, tozzo che rappresentava molto più della cena clamorosa che ci saremmo sparati da li a breve.

Non sto a farla tanto lunga. Saltando da uno scoglio all'altro per sfruttare le onde adatte ce lo siamo ritrovati più volte nel gradino e più volte è ritornato nel vortice delle onde ma alla fine.....alla fine si è incastrato in una fessura tra le rocce che ci ha fatto gelare il sangue nelle vene. Non si vedeva più. Usciva solo la lenza....bloccata.

E per andare a controllare come risolvere il disastro bisognava scendere di un livello proprio dove arrivava l'onda. E non gli schizzi...proprio la massa d'acqua.

In quel momento se fossi morto sarei morto felice. Magari tra atroci sofferenze ma felice.

Siamo scesi in due, l'onda è arrivata e lo ha sparato quasi fuori dalla crepa ma quel tanto che bastava per scongiurare la rottura del trecciato sulle rocce.

Stefano l'aveva afferrata, io ero li, ho allungato la mano e l'ho presa per le branchie...a quel punto l'unica cosa da fare era aprire l'archetto e permettermi di portarla in sicurezza ai piani alti.

Così è andata. Ricciola in salvo, io leggermente indietro e Stefano claudicante in risalita dai flutti che tanto ci avevano fatto penare in questa giornata.

Il silenzio è perdurato per diverso tempo. Una sensazione bellissima.

La guardavo negli occhi....seppur esausti ancora pieni di vita e capii che avevo di fronte a me l'apostolo che tanto stavo aspettando...disposto a sacrificare la sua vita abbocando ad uno sciorline marcio di 10 anni fa....per continuare l'opera di evangelizzazione.




Vennero per tentarmi....ma furono riconvertiti.

Questa giornata, questo pesce, queste condizioni valgono 100 tonni dal kayak, 2000 dentici, 3000 ricciole prese a botte di esca viva ed ecoscandalo.

E pensate che ce la siamo sfangata senza usare Zenaq, savage gear, P.E., assist hook, jig da 150 grammi, urlare e darsi del bro a vicenda durante il recupero.



Per evitare una guerra civile ometto i dettagli sulla cena che ne è conseguita.

Il lanciaerecupera vi seppellirà tutti. Uno dopo l'altro.






giovedì 6 ottobre 2022

Kill for likes

Al momento mi trovo in uno stato di confusione totale.

Pur avendo messo a fuoco un po' di questioni sulle quali mi piacerebbe dire la mia, non ho la certezza di poter condurre una trattazione, se così la vogliamo chiamare, che possa risultare chiara non solo per chi volesse leggere ma anche per me stesso.

Ho provato a separare le tematiche, tuttavia più entro nel dettaglio...più noto dei punti che ingarbugliano il discorso.

Dei bagliori d'ordine appaiono fugaci nella mia mente, ma ne perdo immediatamente i contorni. Da parecchio non vedo passi in avanti nel ragionamento. Anche perchè il maravillioso blogghe, che a breve compirà la bellezza di dieci anni, vive poche ore la notte, quando mi ritaglio, pentendomene, un po' ti tempo per riflettere sulla pesca.

Naturalmente non parlo di riflessioni da uomo di neanderthal, da mago Galbusera del sud Sardegna, ma ragionamenti di un certo spessore. 

Dal giorno 1, anzi dall'anno 0, questo spazio ha avuto, ha e manterrà un taglio, una linea "editoriale" che non mi ha portato nulla se non odio dal prossimo, critiche, lamentele e offese di qualsivoglia natura.

In dieci anni anche il più fesso dei fessi avrebbe cavato una bobina di trecciato omaggio, una comparsata da qualche parte o almeno una collaborazione.

E quando arriverà il momento di tirare le somme so che avrò di che pentirmene.

Mr Grossman mi definì un matto da legare...un matto di quelli pericolosi quando gli mostrai in anteprima le tavole sul sistema pescante...."Albe..af...af....ti ...ti..ahha..ti sei messo a fà anche i disegni c@nediddio?"..."te sei pazzo....da llegare....un pazzo di quelli pericolosi!"

Aveva ragione Mr Grossman. 

Di cadaveri passare lungo il fiume ne ho visto un infinità. Molti di più di quelli che immaginavo...e ad onor del vero....aspettavo di ritrovarmi a pancia in giù anche io, e diverso tempo fa.

Invece sono ancora acquattato sulla sponda, ma sparo senza più nemmeno bisogno di mirare ormai....non perchè abbia perso lo smalto...quanto perchè si fa centro in qualunque direzione tanti sono i babbei che ostinatamente continuano a dire " .....se ti è piaciuto questo video...." Lo hanno detto tutti, anche degli insospettabili, anche persone per le quali avevo speso belle parole in passato.

Ma loro a differenza mia hanno la memoria corta, e soprattutto hanno capito che non c'è più nobiltà nella coerenza. Anzi nella decenza.

Non c'è più nobiltà in generale di che c@zzo stiamo parlando.

Più video fanno meno ne faccio, più foto vedo meno ne faccio, l'idea di tenere comportamenti assolutamente normali ma che sarebbero comunque " assimilabili" alle mostruosità che vedo mi fanno propendere per limitare al massimo la produzione documentale...perchè non c'è volta che non mi faccia un'autoscatto senza avere il flash di qualche fesso sorridente a favore di telecamera pronto a condividere col mondo le sue avventure ....e inevitabilmente mi sembra di essere lui o come lui.

No grazie.

Ho scritto già tanto ed ancora non si capisce dove voglia andare a parare.

Taglio la testa al toro.

Sono TUTTI tornati al punto di partenza.

Fateci caso. Il blog non si è mosso di una virgola in 10 anni. Quelli sembra che siano andati da tutte le parti, che abbiano fatto tanta strada e invece sono rientrati alla base.

Vi ricordate il "percorso" del pescatore illuminato? Di come si sarebbe dovuto evolvere rispetto alle condizioni di partenza? del chech en relis come obbligo morale? Dei tag, della scienza, delle quote per i tonnacci marci?

Tutta fuffa.

Ora non si vede altro che catch and cook. Tutti lo praticano, tutti lo interpretano e vogliono darcene una testimonianza.

Ma che cosa è il catch & cook che oggi giorno ci propone anche l'ultimo degli str@nzi se non lo "sfiletta responsabilmente" promosso da questo blog?

Andare a pescare per liberare il pesce è l'essenza della depravazione. L'apice della barbarie, il sintomo dell'avidità sensoriale umana, che per essere appagata giustifica la tortura di altri esseri viventi.

Lo sfilettare responsabilmente invece si colloca alla perfezione all'interno del meccanismo che regola l'ordine naturale, e per questo può trovare e trova una giustificazione morale.

Stiamo giustiziando un essere vivente che aveva già sentenziato la morte di un altro. E lo stiamo facendo per il medesimo motivo che spinge il suo agire: mangiare.

Ed anche il modo è moralmente corretto. poichè non lo stiamo "cacciando"..... ma pescando, il che significa che lo mettiamo di fronte alla possibilità di decidere o meno se "mangiare" quello che per lui sarebbe un altro  animale ( la nostra esca ) o lasciarlo vivere.

E se decide per la morte...be allora non può che finire nel forno.

Questo è lo spirito che dovrebbe guidare il nostro agire.

Potrebbe quindi il catch and cook essere un punto in comune con un mondo che ho combattuto così ostinatamente?

Giammai.

E vi spiego il perchè.

Sebbene nella sostanza sfiletta responsabilmente e catch & cook siano la stessa cosa....tuttavia differisce il fine per il quale si praticano.

Del primo non sto a tornare su quanto già detto, del secondo invece è il caso di dire le cose come stanno.

E' moda, è il prodotto dell'esasperazione della competizione digitale. Dei rilasci non fregava più un c@zzo a nessuno dal punto di vista dei contenuti. 

Ma di contenuti questi pagliacci ne hanno bisogno per il loro spettacolo. 

Mille mila pesci rilasciati, oceani ripopolati ma pochi likes. Ma i likes sono questione di vita o di morte al giorno d'oggi.

A questo punto che sia il pesce a morire!😂😂

Esatto. Uccidono per le visualizzazioni. Ed i likes si impennano.

Padellino d'ordinanza, salse, salsettine ed intingoli che stuprano qualunque cosa ci finisca dentro.

Tutto ripreso naturalmente, da come seviziano le carni del pesce...a come gli rimane l'unto sui baffetti sudici ai lati della bocca...ripresi in 8k, giusto per non farci perdere questi preziosissimi dettagli.

Che poi il più delle volte il risultato è drammatico. Volete mettere cucinare per i c@zzi propri anzichè a favore delle telecamere? Ma se non ci fosse la go pro accesa...il catch and cook...perderebbe la sua ragion d'essere.


Uccidono per i likes.

Non aggiungo altro.....



Anzi si.