giovedì 15 ottobre 2015

Lanciaerecupera nei dirupi. Parte prima



Visto che non millanto di pescare da 40 anni, come in molti oggigiorno fanno, posso affermare che le mie estati, piscatoriamente parlando, sono state abbastanza varie e divertenti fino a 2-3 anni fa.
Poi sempre la solita solfa.

La mia annata di pesca solitamente finisce a metà maggio causa caldo atomico. Parlo di pesca ai massimi livelli naturalmente.
Per cause naturali, e cioè pelle assolutamente inservibile sotto i raggi del sole, mi ritrovo a provare sofferenze fisiche indicibili per 3-4 mesi, che ovviamente coincidono col periodo estivo.
La soluzione sarebbe ovvia per voi....."metti la protezione solare e non farla tanto lunga!".

"E certo!....facile per voi senza protezione o al massimo con la protezione 10!"
Io devo andare avanti a protezione 50+.....che ha la consistenza della cementite...più o meno....spalmata su gambe, braccia, faccia, collo......con conseguente perdita di mobilità prossima al 20%.
A questa mistura insopportabile deve poi aggiungersi l'acqua salata e il sudore, provocato dal caldo infernale che la terra marcia offre a dosi pressochè illimitate.

Provo un vero e proprio disagio fisico nel pescare in queste condizioni....ecco perchè, fino alla scorsa estate....le mie scorribande pescherecce si limitavano a frugali tramonti, in cerca del barracuda vigliakko a mare piatto.
Partenza alle 19, arrivo alle 19 40, barracuda a mazzi e via a casa a scarpacciare per l'appuntamento di mezzanotte.

Ed è cominciato così anche questo giugno.

Un popper, uno sciorlain bianco, bisaccia ichnusa per stare il più leggero possibile e via a fare stragi.
Quante scadute che mi sono perso negli anni per via del troppo caldo....poi nei mesi estivi....gira apparentemente meno pesce....forse i turisti luridi...le imbarcazioni...i pescherecci...gli zingari...bho....sta di fatto che ho passato estati intere a pescare barracuda a galla a mare piatto.
Per carità....divertenti, alcuni grossi, ma dopo poche uscite sembrava che andassi a pesca più per inerzia che per vero piacere. 
E fra l'altro erano, il più delle volte, scarpinate non sempre giustificate o giustificabili, almeno in astratto, da possibili pescate galattiche.
Nonostante tutto, anche quest'anno, con i primi tramonti a 30 gradi, mi son presentato puntuale come la morte, a cercare quei poveri barracuda dal destino già segnato.
Sfiletta qui, scarpaccia li....e qualche fortunatissimo che è ritornato in acqua, è arrivato il giorno che ricorderò a vita.
Sono 2 in realtà i giorni indelebili.....accomunati da una tragedia comune. La perdita di uno sciorlain 170 bianco e giallo sinking. Più che di perdita si tratta di furto.
In vita mia ne ho perso 2, nello stesso punto....portati via da tonni maledetti.

Non stava girando una mazza....era quasi buio e nessun inseguimento sul captura bianco.

"Vai mettiamo lo sciorlain....lui non può fallire".....ed infatti non ha fallito.

Lancio dentro un' insenatura ( alla faccia dei guru che per anni ci hanno consigliato di cercare i barracuda nelle punte o in scogliere alte.....quante cazzate mamma mia ) e lo incanno immediatamente....recupero, presacchio e via.
Anche oggi c'è il carpaccio.....e ne avanza pure per domani.



In realtà la fotografia l'ho scattata dopo il fattaccio.....infatti se siete bravi nel scorgere i dettagli.....



.....Dovreste notare il mulinello, un twin power 6000 sw completamente vuoto.
Si perchè, esattamente nel lancio successivo a quello con il quale ho allamato il barracuda......ho allamato, quasi a buio, un tonnaccio vigliakko che si è portato via sciorlain bianco e 200 metri di fins 20 libbre.
Nonostante la frizione chiusa quasi del tutto.....ha sbobinato senza pietà, senza accennare il minimo segno di fatica.
Di tonni ne ho agganciati una decina, e questo mi ha sfiammato il mulinello.....molti altri li ho fermati, almeno alla prima fuga, alcuni recuperati e poi persi per vari motivi...ma questo ha tirato dritto.
Ma il dramma vero era lo sciorlain sinking......perduto per sempre.
Nel forziere ne rimaneva solo uno.
Con gli occhi lucidi son ritornato alla madpanda....barracuda nel cofano....slalom tra le pecore, 3 cancelli da aprire e finalmente a casa, dove ho consumato tutte le lacrime che avevo in corpo.
La notte porta consiglio, questa incubi per la verità, ma nei giorni successivi dovevo elaborare un piano per svoltare queste estati fatte di barracuda, tonni che non voglio mai più agganciare in vita mia, e poco altro.
Che fare?
Guardavo la cartella degli spot dove solitamente bazzico, mica pochi, sparsi per la Sardegna, ma evidentemente non basta per pescarci tutto.




Ormai siamo a fine Giugno, se c'è da prendere una decisione bisogna farlo ora.
E sia....andrò dove non sono mai andato prima. Andrò dove la quarta dimensione della fisica è di casa.





Ci sono svariati punti nuovi da provare....dove ho sempre pensato di andare ma nei quali, per evidenti difficoltà che presentava la discesa, non sono mai finito.
Questa estate le cose cambieranno.
Zaino da 50 litri in spalla, dentro la roba da pesca, le scarpe da wading e bottiglie d'acqua come se piovesse.
Scarpe da trekking, crema solare e via verso nuovi orizzonti.
Tralascio l'adrenalina di guardare dall'alto il punto dove sarei voluto scendere....è tutto nuovo! C'è da aprirsi varchi tra la vegetazione, individuare i tratti migliori per la discesa, pulire le franate dalle pietre pericolanti...il tutto con lo zaino e la canna da pesca in mano e nell'altra il bastone del comando ricavato da una vecchia scopa.
La sensazione peggiore....e mi è capitata purtroppo, è quella di essere arrivato quasi a mare....e dover rinunciare per l'oggettiva impossibilità di proseguire in sicurezza.
Intendo morire. Nessuna salvezza in certi punti. E fortunatamente, la sempre viva percezione del pericolo mi faceva desistere nel momento giusto. E si ritornava alla macchina con un pugno di mosche fra le mani.
Ma altre volte si riusciva a scendere.
Acqua dolce sulla testa per rinfrescarsi, cambio delle scarpe.....ed il paradiso all'improvviso.

Il primo lancio me lo ricorderò per sempre.
Il mare, pochissimo, direi quasi piatto per i mie standard, tuttavia era sufficiente per giustificare la discesa con la canna appresso.
Bevo, bevo moltissimo perchè voglio stare il più leggero possibile....solo la bisaccia ichnusa, una scatoletta con qualche esca, una pinza e la sacca per il cellulare.
Comunque vada ne sarà valsa la pena.
Primo lancio col vutidì modificato secondo il vangelo di MrGrossman.....spigola grande, molto grande che compare dal nulla in un punto quasi piatto, la canna si piega, l'esca va sotto....e tutto finisce li.....slamata....anzi direi nemmeno bucata. Erano le 15:30, probabilmente 35°....50cm d'onda...in piena estate.
Da qui in poi avvistamenti di pesci preistorici e pescate clamorose a qualunque ora ed in qualunque condizione....collane di occhiate, mazzi di saraghi, spigole, cernie, ricciolotte e gli immancabili barramarci





.....anemoni enormi e bocconi di dimensioni mai viste.
Il tutto in costume da bagno. 


 


Cerniotto ed occhiata con un lancio solo




Spigola a galla




Rarissima collana composta da giunco trovato in loco, spigola (1pz) occhiata (5pz) sarago (1pz), prezzo su richiesta.


Ancora saraghi luridi





Altre occhiate 


Barramarcio a galla




Ed infine spigola sciancata




Il tutto in camicia....costume da bagno, guanti da ciclista e nessuno sponsor da mettere in mostra. La libertà pura e semplice.

Quando ho tempo, e soprattutto voglia, finisco la seconda parte, nella quale tirerò le somme e darò la chiave di lettura per coloro che, come sempre, non riescono a leggere tra le righe.

lunedì 5 ottobre 2015

strit fiscing





Avevo già scritto qualcosa sullo striit fiscing tempo fa, ma ora non lo trovo più da nessuna parte. Sarà disperso nei meandri di questo blogghe pedestremente amministrato ed organizzato.
Poco male, nel frattempo la disciplina si è aggiornata.....e quanto scritto in passato non sarebbe bastato a far luce sul fenomeno...ormai diffuso come una metastasi.

L'aspetto essenziale dello striit fiscing, è il venire meno della bellezza che solitamente fa da contorno alla pesca.
Bellezza che può sì essere soggettiva....ma fino ad un certo punto.

Laghi, mari, fiumi, stagni, cave, risorgive ecc.....ambienti diversi caratterizzati da un grado di bellezza variabile, apprezzato in maniera personale ed insindacabile.....a chi piace pescare nei fiumi di fondovalle....chi in quelli montani, chi al lago...chi nelle spiagge e così via.
Può non piacermi pescare dagli spiaggioni....pur stando in Sardegna, dove anche la spiaggia più baratta e marcia, è un piccolo capolavoro....figurarsi le spiagge del litorale romano....luride...non si vede a 30 cm di profondità....acqua nera.....eppure...un briciolo di bellezza lo posso anche scorgere....glielo devo concedere. 
Per chi vive nelle città laziali....è il primo scampolo di bellezza nel raggio di centinaia di km. Là ci sono i primi ingredienti per la ricetta....l'acqua....la sabbia....magari il vento....a cui vanno aggiunti la canna da pesca ed il mulinello.....ecco a questo punto il bello comincia ad intravedersi.

Son partito dalla situazione più tragica. Poi si va migliorando sensibilmente. All'apice della piramide, la Terra Santa o Marcia ( a seconda dei punti di vista )...non me ne vogliano il resto delle regioni itaGLIane.....ma non c'è confronto. Parlo di pescare nel Bello. Non di Bellezza generale disancorata dal discorso pesca.

Pescare è piacevole, soddisfacente e appagante perchè si pesca in ambienti belli...qualcuno più...qualcuno meno. 

Per bello intendo un ambiente salubre, vivo, non antropizzato o quasi e piacevole alla vista.

E sono abbastanza sicuro di poter affermare che maggiore sia la bellezza del luogo....più siano "belle" le persone che ci vanno a pesca. Bellezza a tutto tondo eh....mica occhi azzurri capelli biondi ecc ecc. 
La Sardegna...come luogo di osservazione per questo fenomeno è esemplare. Perchè offre lo spettro completo dei luoghi frequentabili dai pescatori.
C'è chi va a pesca alle acque calde.....nei porti luridi....e chi nei tratti di costa sempre più sperduti....pur sapendo che forse non prenderà una mazza.....ma di pescare attorniato da olezzi e rumori della civiltà nemmeno a parlarne.
Son tipi di persone diverse come il giorno e la notte. Anche al di fuori della pesca...perchè c'è chi lo nega...ma come si è a pesca si è nella vita.

Si ma lo striit fiscing??

Ora ci arrivo.

Lo striit fiscing nega alla radice il concetto del bello. Ne fa deliberatamente a meno. Per scelta.
E della pesca senza bellezza che cosa rimane? Naturalmente questa è la mia opinione, indimostrabile purtroppo...perchè quella massa di bifolchi potrà sempre sostenere che pescare in mezzo alle macchine sia bellissimo.....ma di bellezza loro che ne sanno?? Brutte persone hanno un'idea completamente travisata della bellezza...anzi a volte manca completamente il concetto di bellezza.... 


Non mi si venga a dire che i gusti son gusti.
Pescare nei canali cittadini fa veramente schifo. Fa vomitare.
Tanto per esser chiari.....utilizzo alcune schermate di video che, aimè, ho dovuto visionare per farmi una cultura, seppur minima, su questo avvilente modo di passare il tempo.



Ecco la poesia dello strit fiscing.....la freccia rossa indica uno spot ( strada sotto un ponte ) dalla sicura presenza di un predatore, attivo soprattutto dal crepuscolo fino alle prime luci dell'alba....la mignott@.
La freccia verde, una sostanza non meglio identificata che farebbe già abbastanza schifo se trovata in ambienti naturali.....figurarsi le potenzialità mortali che deve avere per via dell'inquinamento cittadino.
La freccia gialla indica, invece, il paradiso del bassAngler.....la famigerata "struttura". In pratica, i pilastri di un ponte di nessuna valenza storica, solo cemento armato.

E chi è che lancia nelle acque cittadine?? Gli striit fiscers...o striit anglers......e chi sono???
Dunque solitamente si presentano così:



Abbigliamento "ricercato", scarpe tecniche chiamate snicher, ( un tempo erano scarpe da tennis, ma ora sei un coglione se le chiami così) da abbinare a quel cappellino da fessi ( con sponsor ) che immancabilmente indossano, pantaloni o jeans clamorosamente stretti non si sa per quale motivo...risvoltino d'ordinanza...e se indossano una camicia, questa sarà rigorosamente abbottonata, compreso il colletto, tanto per squalificare ancora di più la situazione.

I più coraggiosi rischiano la faccia indossando waders simms g4, 700 euro per pescare tra i rifiuti, cavi elettrici e cartelli di stop, quando basterebbero un paio di stivali da 9,99 euri al BricoCenter più vicino




Ma forse è una misura di sicurezza per non essere morsi mortalmente dai sarroni che circolano tra canali di scolo, cassonetti ed edifici abbandonati, o in caso di fortuna, popolati da pacifiche e stimabili colonie di  zingheri.



Qui la felpa Extreme ecc, forse per sottolineare come siano estreme le condizioni dello spot, dove fra acqua marcia e sponde lisce ed inclinate, se cadi sei spacciato.
Sullo sfondo un meraviglioso ecomostro che ha tutta l'aria di essere abbandonato....e l'immancabile baracca verde e bianca per dare un po' di colore al panorama piuttosto grigio.


E per finire.....vorrei poter campionare parte dei dialoghi che intercorrono fra i protagonisti di questi video.....ma non riesco a farlo, comunque riassumendo si tratta di una parlantina fatta di "figa" "zio" "bella" "botto" "big" "yo"e chissà quale altro termine derivante da uno slang che aggrava e imbruttisce ancora di più quello che stanno facendo...... già peschi di fianco alla fermata dell'autobus.....se ti ci metti pure tu a parlare in quel modo capisci bene che di bello e piacevole in quello che fai non c'è più nulla. 

Passando poi al contenuto c'è poco da dire.
Paventano sempre la presenza di una tecnica nella tecnica, quasi occulta, finalizzata a pescare pesci veramente marcissimi.....barbi, cavedani, aspi, carassi, pesci gatto, siluri e andando bene qualche persico reale/ luccio.....infine le immancabili trote, iridee ingrassate a mister muscolo idraulico gel.
Non fanno altro che utilizzare cannette leggere, esche leggere, lenze leggere, ami ed ancorette di piccola taglia.
In pratica, un roc frocing imbruttito all'ennesima potenza.

Ecco se dovessi immaginarmi l'inferno...il mio inferno.....sarebbe senza dubbio Milano, a strit fiscing nei navigli.



Bibliografia:

- "Sky-fo, riflessione di un pescatore oristanese che nononstante la giovane età ha sempre battuto ulivi ai massimi livelli", TiuMemmere edizioni, 2006, Caddeo, A.;