sabato 7 agosto 2021

Il Rogo

Mi spiace per l'indelicato paralellismo che sto per fare, ma rende l'idea alla perfezione.

E siccome qui devo farmi capire finirò per usarlo lo stesso, in fondo, penso di aver "sbagliato" solo le tempistiche.

L'incendio che ha percorso ettari ed ettari del suolo Sardo, prima di riuscire ad essere arginato, è l'immagine esatta di come siano andate le cose nel mondo della pesca.

La grossa differenza è stato l'arco temporale che ha caratterizzato i due fenomeni. 

Il primo ha avuto uno sviluppo repentino, trattandosi di vero incendio appunto, permettendoci di osservare ( purtroppo ) come, in presenza di idonee circostanze, le cose possano prendere una brutta piega, lasciando ben poco da fare a coloro i quali si trovano lungo il suo percorso.

E' un si salvi chi può generale, ci si scansa dalla traiettoria incandescente cercando di mettere in salvo quante più cose possibile, sperando di contenere le perdite che certo ci saranno.

Spesso si sottovaluta la capacità comburente della semplice aria.

Quella che sembra una flebile fiammella può, nel giro di istanti, trasformarsi nel rogo del decennio, se le giuste condizioni si manifestano.

Terreni secchi, in parte privi di manutenzione, fitta macchia mediterranea, temperature oltre la media e aria, sempre presente, ma nella sua forma peggiore, ossia vento.

Vento che alza mare per noi pescatori ( per noi veri pescatori ) ma che alimenta le fiamme, dandogli una forza non arginabile in alcun modo nelle prime fasi.

Si assiste al fronte incendiato ( ed incendiario ) che avanza in direzioni spesse volte imprevedibili, capace di saltare le fasce frangifuoco approntate per il caso, ma che poca resistenza oppongono quando fiamme e vento si incontrano.

E' il momento di portare in campo i mezzi a disposizione, pochi come sempre in questi casi.

Parte dell'acqua lanciata dagli elicotteri ed aerei arriva ad evaporare ancora prima di aver toccato il suolo, tanto è alta la temperatura, costringendo gli operatori ad effettuare ancora più lanci per provare a domare le fiamme.

Passano giorni e soprattutto notti intere, colorate di rosso. 

Al sorgere del sole il colore si perde in quello dell'alba, restano i pennacchi di fumo ad indicare il fuoco che ancora non vuole arrestare la sua corsa.

Ma con qualche attimo di tregua dal maestrale....con qualche lancio in più di acqua....e la presenza di alcuni terreni puliti, si intravede il punto di equilibrio che permette di controllarne il suo percorso.

Fino al suo spegnimento totale.

Si contano i danni, tanti, era prevedibile, qualcuno ci ha lasciato la pelle, altri tutti i loro averi. Un disastro che, ne io che scrivo, ne la quasi totalità delle persone che non lo ha vissuto sulla propria pelle potremmo mai capire. Con la certezza che nessun ristoro verrà mai elargito. Così è stato e così sempre sarà.

Ma.

C'è sempre un ma, non considerando l'aspetto umano, incendi del genere non fanno ne bene ne male. 

Obbiettivamente 12000 ettari sono un graffio per la Sardegna, nulla di preoccupante.

Alle prime piogge, le zone ora annerite, saranno tutte completamente verdi, coperte da quell'erbetta fine, rigogliosa, che testimonia la forza dell'ordine naturale, al quale noi spesso pensiamo, sbagliando, di poterci sottrarre.

Gli alberi in pochi anni ricresceranno, la macchia pure, così come gli animali torneranno. Non lo dico io. E' così e sempre così sarà, a prescindere dalla parola di Zarabusta.


Descritta per sommi capi la vicenda di cui sopra, veniamo a noi, alla pesca, che ancora mi regala attimi di gioia, sia per i pesci presi, per quelli persi, e per i mentecatti che via via ci stiamo levando dai c#glioni, per sempre si spera.

E' come se il vento finalmente si fosse arrestato, permettendo alle squadre di approntare le prime difese contro l'avanzata dei prostaffe, ora sedicenti guide.

L'innesco che fece partire tutto, anni fa, fu chiaramente SS.

Era come il mozzicone di sigaretta gettato dal finestrino in corsa......"cosa vuoi che succeda!" disse il crabbaggio abbassando il finestrino, esalando l'ultima dose di cancro prima di gettar via quella sigaretta arrivata ormai al filtro.

Sul momento nulla. Ma la paglia su cui è finito, presto comincia a fumare e da lì la fiamma....e se nessuno se ne accorge....brucia...... e dovrà bruciare tutto ciò che incontra prima di poter essere arrestata.

Non fatemici tornare sopra, chi non l'ha vissuto vada a studiarselo, ma da lì è partito tutto, prima i moderanerchie, poi gli opps, infine i prostaffe.

Diversi inneschi in rapida successione, hanno dato vita al più grande incendio piscatorio che l'italia ricordi. 


Il maestrale tuttavia non era ancora arrivato, ma era previsto. 

I comignoli di fumo avanzavano a fatica perchè mancava il comburente. L'ossigeno per il fuoco. ( leggasi prostaffe )

Eccolo.....arriva, comincia con una leggera brezza per tramutarsi in dieci anni di nord ovest, alternato a raffiche di scirocco, mai un giorno di vera tregua.

Arriva Feisbuc, arriva youtube, arrivano le fottute go pro, arriva instagram..... arrivano i terreni belli secchi, le sterpaglie facilmente incendiabili, e ce ne sono a perdita d'occhio. 

Ora è tardi, non si può più far nulla se non assistere al disfacimento morale e sociale di un mondo che non aveva mai sperimentato nulla di simile.

Non abbiamo mezzi, possiamo solo resistere e sperare che bruci il più in fretta possibile tutto ciò che funge da combustibile....e quando sarà arrivato quel momento....chi ha resistito potrà alzarsi in piedi e vedere cosa è rimasto fra le macerie.

E' stata una cavalcata lunga almeno 10 anni, facciamo anche 12 dalle prime fiamme.

Molti son scappati vendendo tutto, altri hanno cambiato passione, altri sono morti, qualcuno ha resistito. Io ho resistito. Spinto dal desiderio di vedere quanti di quelli che pensavano di poter controllare l'incendio ne sono rimasti letteralmente carbonizzati.


Confesso che ho goduto, si goduto delle disgrazie altrui. Ogni volta che qualcuno ci lasciava le penne, facevo un segno sulla lavagna...ma dannazione quanti c@zzo erano!

Non finivano mai, venivano silurati da un marchio e riapparivano con un cappellino diverso, prima su feisbuc, poi aprivano il canale iutub, poi si sposavano, poi moriva la nonna e sparivano per anni, poi rientravano su instagram sponsorizzando la peggio robaccia.....fino ad inventarsi guide, quando nessuno se li cac@va più di striscio.


Ma guardandomi intorno, e controllando la lista dei morti sulla lavagnetta....è stata una strage, trapassati quasi tutti fra le fiamme che loro stessi hanno contribuito ad alimentare a suon di video inutili, cazzate prive di qualunque fondamento ed altre forme di manifestazione del proprio asfittico pensiero.

...."se ti è piaciuto il video lascia un like e non dimenticare di seguire il canale!".... 

No non mi è piaciuto il video c#glione che non sei altro! Non ti rendi conto delle cazzate che dici? non ti rendi conto che prendi serra da 3 etti?!! Che dici che il bianco non funziona la notte??????????!!!!!!!!

Dio quanta merd@ ci siamo dovuti trangugiare per anni da parte di chi, sapevamo non pescare una mazza....ma aveva la voglia a differenza mia, a differenza nostra, di registrare con la go pro, montare e diffondere video a valenza zero.

Gli episodi di Sky-fo girati in Sardegna nulla offrono se non spigole di laguna, serrotti di porto e micro barracuda presi dai moletti......

Sul fronte Scimano e daiva son tutti spariti, scomparsi, qualcuno dirottato sulla pesca al tonno dalla barca o dal gommone, non si vede più un pesce in grazia di dio che rappresenti lo spinning vero. Puro, quello che distingue chi sa pescare da chi approfitta delle condizioni favorevoli e basta.

Le guide che consigliano di strisciare i piedi quando si cammina in laguna....."falla andare! falla andare!" hahahhahahah ma vi rendete conto pagare qualcuno perchè vi dica stronzate del genere a spigole in uno stagno??!!! Lo riuscite a far passare per furbo dinanzi alla vostra stupidità. Pagate almeno per il suo silenzio. Fammi entrare in laguna e levati dai c#glioni. Grazie.

Poi ci sono i prostaffe italo-greci, i vati ( cosi credono ) dello shore jigging, che ci deliziano con i loro unboxing ( di cazzate ) e ci danno consigli su come vestirci durante una battuta di pesca.....dio santo cosa hanno il coraggio di dire, registrare e diffondere....

La lista dei nomi è lunghissima, ma non sarebbe sportivo farla perchè sconfinerebbe nel vilipendio di cadavere.

I morti vanno comunque rispettati, anche se un senso di sollievo ultimamente mi pervade, facendomi cadere in un sonno profondo ogni notte. 

Vi manca saper pescare. E lo si vede solo nel lungo periodo....vi possono capitare le palamite sottocosta, gli alleterati e con quelli ci campate per qualche tempo. Ma poi? Se non accostano i banchi di pesci stupidi come le lampughe che c@zzo fate? Se i barracuda ve li hanno finiti? Se i serra non si pescano più lanciando da dentro la macchina?

Quando c'è pesce pescano anche i più asini. E ne ho visto tanti di asini ergersi a maestri, salvo poi ridursi a mangiare il tonno in scatola.

Ora è come se ci fossero tanti piccoli incendi, isolati, che non riescono più a far fronte comune, anzi si rubano le poche stoppie rimaste a vicenda....arrivando ad estinguersi da soli, per altri è sufficiente un poco di acqua per fermarne l'avanzata sul nascere.

La coltre di fumo all'orizzonte si sta schiarendo, non c'è guida o prostaffe che possano far ripartire le fiamme.

Il pesce facile su cui avevano costruito la loro immagine è finito, finito in Italia, finirà, perchè sta gia finendo, alle Canarie, cosi come in Grecia. Tempo al tempo.

Rimarrà chi sa pescare per davvero, anche fra i prostaffe, come è giusto che sia.

Non spariranno tutti, ma il fenomeno sarà gestibile ed arginabile all'occorrenza.

Non è la mancanza di pesce in assoluto, è la mancanza di arte, quella che si coltiva lontano dai profitti, o pseudo profitti che pensavate di trarre dando il c#lo a qualche azienda in cambio di elemosina.

La cacciata dei mercanti dal tempio è cominciata.
















martedì 27 aprile 2021

La maledizione dell'emisfero australe




Chiusa la partita col Covid, spero che l'umanità tutta si concentri nel trovare il vaccino contro gli urlatori australiani.

Il fenomeno sembra aver percorso il medesimo cammino del virus, sbucando fuori da zone umide, marce, deforestate, dove la zanzara più piccola pesa quanto una gallina.

Certo la provenienza questa volta lascia interdetti.

Abituati alle mefitiche foreste asiatiche, che da millenni a cadenza ciclica impestano la nostra civiltà, o tentativo di civiltà, con virus, flagelli e piaghe di ogni tipo, non mi sarei mai aspettato che il male del 2021 provenisse da un continente piuttosto innocuo nei confronti del progresso umano.

Forse innocuo semplicemente perchè immenso ed in parte ancora inesplorato. 

Di fronte a tale vastità è comunque ragionevole pensare che ci possano essere sacche di maledizioni e sventure pronte ad esplodere da un momento all'altro.....e con le distanze al giorno d'oggi pressochè azzerate dalla tecnologia, i tempi sono ormai maturi.

Gli scienziati possono poco, forse nulla, nei confronti di un male più tecnologico che naturale...servirebbero degli anticorpi digitali, dei firewall o qualcosa di simile....perchè la maledizione corre nella rete e si diffonde tramite i mezzi di comunicazione digitali.....iutub primo fra tutti, poi feisbuc, instagram e via dicendo.

Gli individui vengono infettati proprio mentre fruiscono dei contenuti a chiara matrice australe, pur in presenza di tutti i dispositivi idonei alla protezione dei propri devices digitali.

Sembra che i computer non subiscano danni, mentre i loro utilizzatori si. L'entità è ancora difficile da misurare.

Ma che cos'è la maledizione australe?

Mi ci è voluto del tempo per indentificare la sua natura e poterne definire i suoi effetti.

Il lanciaerecupera mi ha protetto, anni di blog, anni di carpaccio, anni di concretezza, anni di cazzi miei son stati degli anticorpi formidabili, invalicabili da questo mix di nanismo ed ignoranza che ha mietuto decine di migliaia di vittime. Anzi centinaia di migliaia.

Ho fatto le dovute ricerche, gli studi necessari, le interviste e sono giunto a delle conclusioni piuttosto verosimili che vi illustrerò.

E' partito tutto da Morning tide fiscing.

Un manipolo di individui, per lo più di bassa, bassissima statura, ha prodotto dei video che contenevano un carico di trivialità così elevato, da mandare al tappeto qualunque tipo di resistenza culturale pan-europea.

Una atomica sganciata sul nostro continente via web che ha polverizzato le menti del popolo medio, il quale non essendo da millenni più culturalmente abituato ad esprimersi esclusivamente tramite un linguaggio onomatopeico, non ne ha riconosciuto il carico di ignoranza abissale...e per tal motivo, anzichè respingerlo, lo ha accolto come se fosse qualcosa di nuovo. Qualcosa a cui tendere.

E nei tempi in cui le diversità vanno sempre abbracciate, conosciute, difese, protette e quasi auspicate, hanno preso la fregatura, scambiando l'ignoranza per la diversità.

Le caratteristiche di tali video sono ricorrenti, un inglese biascicato e urla urla urla urla urla urla urla urla urla e urletti per qualunque cosa ed in qualunque momento, intervallati da suoni dall'oscuro significato per molti di noi, ma che forse usano per comunicare fra loro.

Tale è il carico di analfabetismo che neanche vado sulla sostanza dei video, molto ben fatti, per quanto amatoriali che siano, bei pesci, belle riprese e bella musica. 

Siffatta ignoranza sarebbe dovuta rimanere confinata in quel continente. Così come l'aviaria ed il covid in Asia e l'ebola in Africa, popoli molto più resistenti di noi nel fronteggiare le pestilenze dei loro territori.

Gli effetti della malattia nell'emisfero boreale sono l'emulazione dissennata di ciò che viene visionato.

La diffusione è stata piuttosto omogenea, con la relativa presenza di varianti locali, come quella greca e spagnola, anche se dai dati che ho potuto raccogliere, uno dei cluster più pericolosi sembra essersi sviluppato negli anni ad Oristown, da cui è nata poi ovviamente la variante oristanese, che con i suoi ambassador dell'ignoranza australiana mantiene la carica virale del cluster sempre altissima. 

Il che comporta atteggiamenti assolutamente scriteriati da parte di individui che mai prima della fruizione di tali contenuti, avevano posto in essere.

Da un giorno all'altro hanno dimenticato le buone pratiche atte a salvare la pellaccia quando si è a pesca, passando per esempio, dall'utilizzo di scarponi da wading in FELTRO all'uso di converse slacciate perchè gli urlatori australiani lo fanno. 

Affrontano il mare e le sue onde con la leggerezza che solo un'abissale ignoranza può indurre a fare....e se prima nel dubbio scappavano a gambe levate al sopravvenire di un' onda anomala....ora cercano a tutti i costi di affrontarla perchè in Australia così si fa e i big likes del loro video del c@zzo sono garantiti.

Taglio corto sul discorso attrezzatura, che mi ha fatto letteralmente ribaltare dalle risate. Vedere persone passare dallo stradic 4000 al daiwa 8000 e canne da 120 grammi perchè in Australia si pesca così è inconcepibile, le stesse persone che poi si affacciano al mare e sfortunatamente non trovano il mar dei coralli o l'oceano pacifico ma il golfo di Oristano.....

E la cosa più triste è l'aver totalmente tradito e abbandanato la capacità di esprimersi..... se non a mezzo di urla insensate che ci ripropongono quasi con orgoglio, condendole con parole in lingua inglese mal pronunciate di cui probabilmente ne ignorano anche il senso.

Non c'è più un video su iutub che non sia devastato dalle urla, dai suoni sgraziati, di persone istruite all'uso di un linguaggio di cui si dovrebbe fare sempre sfoggio, con tutte le sue espressioni, inflessioni, cadenze, modulazioni del caso ma che mai meriterebbe di essere dimenticato, perchè pensano che sia meglio fare chiasso piuttosto che parlare.

Il silenzio sarebbe una valida alternativa, non certo una colpa, mentre l'ignoranza si.


 






lunedì 8 marzo 2021

Benvenuto nella casta......dei ratti!

 Benvenuto nel Club!

Così disse l'uomo dal cappellino shimano saldato in testa, ad un mio amico che prese un dentice enorme da riva, con una gatti due pezzi, uno zauber di plastica, ed un mare forza 5.

Credo che già al tempo fosse un'uscita infelice, che rende bene l'immagine di ciò che era, ma soprattutto di ciò che sarebbe diventato il mondo della pesca.

I semi del prostaffismo stavano già germogliando, era solo questione di tempo.

Fu da subito sentita l'esigenza di creare dei distinguo, il rimarcare, nelle maniere anche più fantasiose che non tutti eravamo uguali....c'era chi era sempre un gradino più su degli altri. O almeno così credeva.

Delle primordiali forme di autoincoronazione avevano fatto la comparsa nello scenario dello spinning.

I "moderatori", figure mistiche sapientemente create a tavolino, che di pesca praticamente nulla sapevano, salvo rare eccezioni, ma che costituivano il primo vero ostacolo all'uguaglianza piscatoria.

Chi non lo era voleva diventarlo e chi lo era, difendeva la sua "cerchia" commettendo i bannaggi più efferati.

Le valanghe partono sempre così, da un pugno di neve che cade verso valle, trascinandone sempre più, via via che si scende, fino alla distruzione totale.

E' così che andrà.

Siamo alle fasi finali della valanga, quasi a fine corsa. E chi era lungo il suo percorso verrà spazzato via. Solo che a salvarli non verrà nessuno. Non ci saranno i cagnacci addestrati per recuperare i dispersi. I vostri salvagenti a nulla serviranno, ne le felpe sponsorizzate.

I moderatori, pur avendo vissuto anni davvero ruggenti, non hanno potuto evitare l'ineludibile declino a cui erano desinati già dalla loro nascita. Non riuscirono ad intercettare il cambiamento perchè credevano che il loro status fosse destinato a durare per l'eternità. 

Tuttavia alcuni ebbero modo di riciclarsi, mutando il loro ruolo.

Era ormai il tempo dei prostaffe, individui al passo coi tempi, sempre più frenetici, che avevano il compito molto meno arduo ( perchè assolutamente privo del concetto di coerenza ) di sostenere le aziende per le quali avevano dato in pegno il loro deretano.

Di quattrini credo che nessuno ne abbia mai visto, i più fortunati pagati in attrezzatura, alcuni forse in natura, altri credo che invece pagassero direttamente l'azienda, che così ci lucrava due volte.

Fu anche qui una corsa al prostaffismo più sfrenato, tutti cercavano sponsorizzazioni, cappellini, felpe, magliette, borracce, qualunque cosa pur di dire che si era prostaffe.

Si saltava tutta la gavetta..... perchè che diamine..... quale azienda si sarebbe fatta rappresentare da degli scappati di casa che a stento distinguevano un polpo da una spigola?

La risposta fu "tutte". Nessuna ebbe il benchè minimo decoro nel scegliere i propri prostaffe, si piazzarono tutti, chi meglio chi peggio, ma di cappellini ce ne erano per chiunque.

Diventare prostaffe voleva dire avere voce in capitolo. Così pensavano.

Lo scenario sebbene variegato, era per lo più composto da analfabeti totali, nani da giardino, baffetti, minorenni e forse alcuni travestiti.

I mercanti avevano preso possesso del tempio.

Tale abbondanza di facce, votate ad una causa che loro non era, dalla quale nulla ci guadagnavano, unita all'ormai fiorente "canale cinese", permise la nascita di aziende che potevano contare su un marketing totalmente gratuito ed altamente efficace, data la incessante necessità dei prostaffe di prevalere sugli altri.

Nemesi fishing, marchio proto-sardo, cosi mi pare di aver capito, sostenuto dalle vecchie, vecchissime glorie isolane, più meteore per la verità, le esche bluespin, le mitiche capture, oggi rapture, nomura e svariate handmade lures factory..... alcune resistono fino ad oggi, altre son durate quanto un gattaccio sull'aurelia. 

Tutto poteva essere postato in nome dell'azienda, dai pesci lucertola, ai granchi, alle occhiate, foto di lenze spezzate, ancorette piegate e cosi via. 

Ma la valanga sta raggiungendo il fondo valle, i moderatori già sepolti in quota..... il manto nevoso si sgretola anche sotto i piedi dei prostaffe.

Che possono fare per salvarsi? Come correre più veloci della slavina?

Ci saranno i morti, questo è sicuro, tuttavia l'istinto di sopravvivenza ancora una volta riuscirà a salvare la specie. Come i ratti del resto, quelli ormai chi li ammazza più? Luridi roditori, abili nell' infilarsi ovunque, spelacchiati, appestati ma sempre vittoriosi nella guerra per la sopravvivenza.

C'è sempre qualcuno che si adatta alle mutate condizioni.... che si evolve, come nelle teorie darwiniane, così anche nel fantasmagorico mondo della pesca il male continuerà il suo percorso in forme sempre nuove.

Come possono i prostaffe sopravvivere a se stessi? Pur avendo tutto ciò che gli serve, attrezzature, aziende, canali instagram e facebook, come reagiranno al fenomeno della sovrappopolazione?

Ci può venire in soccorso un interessante esperimento  dell'etologo John Bumpass Calhoun, sulla sovrappopolazione nelle colonie dei topi, poichè ratti e prostaffe, come già detto, sono assolutamente assimilabili, per indole, comportamento ed in alcuni casi anche fattezze, tra baffetti, spelacchiature e incisivi prominenti. 

Creando il mondo perfetto per la colonia di topi, e cioè fornendo loro cibo e acqua illimitati ed eliminando i limiti fisici, dopo una rapida crescita della popolazione, cominciarono a riscontarsi le prime problematiche, non prevedibili almeno in linea teorica, che ( sintetizzando al massimo ) portarono alla morte di tutta la colonia.

Nessun superstite. E questo accadde in tutte le colonie sottoposte al medesimo esperimento.

Nel mondo dei prostaffe le cose vanno in maniera leggermente diversa, si stanno facendo furbi e così alcuni di loro mutano forma per sfuggire alla sorte dei topi, diventando Guide di pesca...o meglio...fishing guide.

Le prerogative rimangono pressochè identiche, i cappellini sempre in testa, i salvagenti sempre indosso, anche quando sono in macchina, go pro attivate col comando vocale e via a produrre contenuti sponsorizzati.....solo che per la prima volta investono anche in loro stessi.

Se per essere prostaffe c'è bisogno di una o più aziende di riferimento, per essere guide non c'è bisogno di nulla, se non la faccia di culo da considerarsi tali dopo aver preso 3 pesci, visto 4 posti e postato 5 foto.

E se qualcuno dovesse obbiettare che da qualche parte bisogna pur cominciare, rispondo dicendo che c'è modo e modo di fare le cose.

I prostaffe parlavano di club, le guide parlano di casta....."benvenuto nella casta!" con quell'aria di chi guarda dall'alto in basso chi va a pesca e tendenzialmente si fa i cazzi suoi, salvo per un impeto di vanteria, far vedere ogni tanto quello che si è pescato.

Come quelli che riconoscono lo spot e lo fanno intendere in eventuali commenti. 

Guide/ tester / prostaffe pensano che i club o le caste le abbiano fondate loro..... huahuhuauhauhauhauhauh....rido per non piangere. Non solo perchè se mai ci dovessero essere cerchie di qualunque tipo loro ne sarebbero completamente esclusi, pesci alla mano, ma perchè c'è solo una semplice ed elementare differenza, ed è quella fra chi buca e chi non buca.

E buca quasi sempre di più chi pesca sotto traccia.

Tutto il resto son chiacchiere da pc.

Della cacciata dei mercanti dal tempio nel parlerò in un altro pezzo.

Qua mi limito a sottolineare che prostaffe, tester, ambassador e fishing guide provengono tutti dalla medesima matrice, un po' come topi, ratti e nutrie luride...sempre roditori sono....e la fine che fanno quando sono troppi è scientificamente provata.