Mi spiace per l'indelicato paralellismo che sto per fare, ma rende l'idea alla perfezione.
E siccome qui devo farmi capire finirò per usarlo lo stesso, in fondo, penso di aver "sbagliato" solo le tempistiche.
L'incendio che ha percorso ettari ed ettari del suolo Sardo, prima di riuscire ad essere arginato, è l'immagine esatta di come siano andate le cose nel mondo della pesca.
La grossa differenza è stato l'arco temporale che ha caratterizzato i due fenomeni.
Il primo ha avuto uno sviluppo repentino, trattandosi di vero incendio appunto, permettendoci di osservare ( purtroppo ) come, in presenza di idonee circostanze, le cose possano prendere una brutta piega, lasciando ben poco da fare a coloro i quali si trovano lungo il suo percorso.
E' un si salvi chi può generale, ci si scansa dalla traiettoria incandescente cercando di mettere in salvo quante più cose possibile, sperando di contenere le perdite che certo ci saranno.
Spesso si sottovaluta la capacità comburente della semplice aria.
Quella che sembra una flebile fiammella può, nel giro di istanti, trasformarsi nel rogo del decennio, se le giuste condizioni si manifestano.
Terreni secchi, in parte privi di manutenzione, fitta macchia mediterranea, temperature oltre la media e aria, sempre presente, ma nella sua forma peggiore, ossia vento.
Vento che alza mare per noi pescatori ( per noi veri pescatori ) ma che alimenta le fiamme, dandogli una forza non arginabile in alcun modo nelle prime fasi.
Si assiste al fronte incendiato ( ed incendiario ) che avanza in direzioni spesse volte imprevedibili, capace di saltare le fasce frangifuoco approntate per il caso, ma che poca resistenza oppongono quando fiamme e vento si incontrano.
E' il momento di portare in campo i mezzi a disposizione, pochi come sempre in questi casi.
Parte dell'acqua lanciata dagli elicotteri ed aerei arriva ad evaporare ancora prima di aver toccato il suolo, tanto è alta la temperatura, costringendo gli operatori ad effettuare ancora più lanci per provare a domare le fiamme.
Passano giorni e soprattutto notti intere, colorate di rosso.
Al sorgere del sole il colore si perde in quello dell'alba, restano i pennacchi di fumo ad indicare il fuoco che ancora non vuole arrestare la sua corsa.
Ma con qualche attimo di tregua dal maestrale....con qualche lancio in più di acqua....e la presenza di alcuni terreni puliti, si intravede il punto di equilibrio che permette di controllarne il suo percorso.
Fino al suo spegnimento totale.
Si contano i danni, tanti, era prevedibile, qualcuno ci ha lasciato la pelle, altri tutti i loro averi. Un disastro che, ne io che scrivo, ne la quasi totalità delle persone che non lo ha vissuto sulla propria pelle potremmo mai capire. Con la certezza che nessun ristoro verrà mai elargito. Così è stato e così sempre sarà.
Ma.
C'è sempre un ma, non considerando l'aspetto umano, incendi del genere non fanno ne bene ne male.
Obbiettivamente 12000 ettari sono un graffio per la Sardegna, nulla di preoccupante.
Alle prime piogge, le zone ora annerite, saranno tutte completamente verdi, coperte da quell'erbetta fine, rigogliosa, che testimonia la forza dell'ordine naturale, al quale noi spesso pensiamo, sbagliando, di poterci sottrarre.
Gli alberi in pochi anni ricresceranno, la macchia pure, così come gli animali torneranno. Non lo dico io. E' così e sempre così sarà, a prescindere dalla parola di Zarabusta.
Descritta per sommi capi la vicenda di cui sopra, veniamo a noi, alla pesca, che ancora mi regala attimi di gioia, sia per i pesci presi, per quelli persi, e per i mentecatti che via via ci stiamo levando dai c#glioni, per sempre si spera.
E' come se il vento finalmente si fosse arrestato, permettendo alle squadre di approntare le prime difese contro l'avanzata dei prostaffe, ora sedicenti guide.
L'innesco che fece partire tutto, anni fa, fu chiaramente SS.
Era come il mozzicone di sigaretta gettato dal finestrino in corsa......"cosa vuoi che succeda!" disse il crabbaggio abbassando il finestrino, esalando l'ultima dose di cancro prima di gettar via quella sigaretta arrivata ormai al filtro.
Sul momento nulla. Ma la paglia su cui è finito, presto comincia a fumare e da lì la fiamma....e se nessuno se ne accorge....brucia...... e dovrà bruciare tutto ciò che incontra prima di poter essere arrestata.
Non fatemici tornare sopra, chi non l'ha vissuto vada a studiarselo, ma da lì è partito tutto, prima i moderanerchie, poi gli opps, infine i prostaffe.
Diversi inneschi in rapida successione, hanno dato vita al più grande incendio piscatorio che l'italia ricordi.
Il maestrale tuttavia non era ancora arrivato, ma era previsto.
I comignoli di fumo avanzavano a fatica perchè mancava il comburente. L'ossigeno per il fuoco. ( leggasi prostaffe )
Eccolo.....arriva, comincia con una leggera brezza per tramutarsi in dieci anni di nord ovest, alternato a raffiche di scirocco, mai un giorno di vera tregua.
Arriva Feisbuc, arriva youtube, arrivano le fottute go pro, arriva instagram..... arrivano i terreni belli secchi, le sterpaglie facilmente incendiabili, e ce ne sono a perdita d'occhio.
Ora è tardi, non si può più far nulla se non assistere al disfacimento morale e sociale di un mondo che non aveva mai sperimentato nulla di simile.
Non abbiamo mezzi, possiamo solo resistere e sperare che bruci il più in fretta possibile tutto ciò che funge da combustibile....e quando sarà arrivato quel momento....chi ha resistito potrà alzarsi in piedi e vedere cosa è rimasto fra le macerie.
E' stata una cavalcata lunga almeno 10 anni, facciamo anche 12 dalle prime fiamme.
Molti son scappati vendendo tutto, altri hanno cambiato passione, altri sono morti, qualcuno ha resistito. Io ho resistito. Spinto dal desiderio di vedere quanti di quelli che pensavano di poter controllare l'incendio ne sono rimasti letteralmente carbonizzati.
Confesso che ho goduto, si goduto delle disgrazie altrui. Ogni volta che qualcuno ci lasciava le penne, facevo un segno sulla lavagna...ma dannazione quanti c@zzo erano!
Non finivano mai, venivano silurati da un marchio e riapparivano con un cappellino diverso, prima su feisbuc, poi aprivano il canale iutub, poi si sposavano, poi moriva la nonna e sparivano per anni, poi rientravano su instagram sponsorizzando la peggio robaccia.....fino ad inventarsi guide, quando nessuno se li cac@va più di striscio.
Ma guardandomi intorno, e controllando la lista dei morti sulla lavagnetta....è stata una strage, trapassati quasi tutti fra le fiamme che loro stessi hanno contribuito ad alimentare a suon di video inutili, cazzate prive di qualunque fondamento ed altre forme di manifestazione del proprio asfittico pensiero.
...."se ti è piaciuto il video lascia un like e non dimenticare di seguire il canale!"....
No non mi è piaciuto il video c#glione che non sei altro! Non ti rendi conto delle cazzate che dici? non ti rendi conto che prendi serra da 3 etti?!! Che dici che il bianco non funziona la notte??????????!!!!!!!!
Dio quanta merd@ ci siamo dovuti trangugiare per anni da parte di chi, sapevamo non pescare una mazza....ma aveva la voglia a differenza mia, a differenza nostra, di registrare con la go pro, montare e diffondere video a valenza zero.
Gli episodi di Sky-fo girati in Sardegna nulla offrono se non spigole di laguna, serrotti di porto e micro barracuda presi dai moletti......
Sul fronte Scimano e daiva son tutti spariti, scomparsi, qualcuno dirottato sulla pesca al tonno dalla barca o dal gommone, non si vede più un pesce in grazia di dio che rappresenti lo spinning vero. Puro, quello che distingue chi sa pescare da chi approfitta delle condizioni favorevoli e basta.
Le guide che consigliano di strisciare i piedi quando si cammina in laguna....."falla andare! falla andare!" hahahhahahah ma vi rendete conto pagare qualcuno perchè vi dica stronzate del genere a spigole in uno stagno??!!! Lo riuscite a far passare per furbo dinanzi alla vostra stupidità. Pagate almeno per il suo silenzio. Fammi entrare in laguna e levati dai c#glioni. Grazie.
Poi ci sono i prostaffe italo-greci, i vati ( cosi credono ) dello shore jigging, che ci deliziano con i loro unboxing ( di cazzate ) e ci danno consigli su come vestirci durante una battuta di pesca.....dio santo cosa hanno il coraggio di dire, registrare e diffondere....
La lista dei nomi è lunghissima, ma non sarebbe sportivo farla perchè sconfinerebbe nel vilipendio di cadavere.
I morti vanno comunque rispettati, anche se un senso di sollievo ultimamente mi pervade, facendomi cadere in un sonno profondo ogni notte.
Vi manca saper pescare. E lo si vede solo nel lungo periodo....vi possono capitare le palamite sottocosta, gli alleterati e con quelli ci campate per qualche tempo. Ma poi? Se non accostano i banchi di pesci stupidi come le lampughe che c@zzo fate? Se i barracuda ve li hanno finiti? Se i serra non si pescano più lanciando da dentro la macchina?
Quando c'è pesce pescano anche i più asini. E ne ho visto tanti di asini ergersi a maestri, salvo poi ridursi a mangiare il tonno in scatola.
Ora è come se ci fossero tanti piccoli incendi, isolati, che non riescono più a far fronte comune, anzi si rubano le poche stoppie rimaste a vicenda....arrivando ad estinguersi da soli, per altri è sufficiente un poco di acqua per fermarne l'avanzata sul nascere.
La coltre di fumo all'orizzonte si sta schiarendo, non c'è guida o prostaffe che possano far ripartire le fiamme.
Il pesce facile su cui avevano costruito la loro immagine è finito, finito in Italia, finirà, perchè sta gia finendo, alle Canarie, cosi come in Grecia. Tempo al tempo.
Rimarrà chi sa pescare per davvero, anche fra i prostaffe, come è giusto che sia.
Non spariranno tutti, ma il fenomeno sarà gestibile ed arginabile all'occorrenza.
Non è la mancanza di pesce in assoluto, è la mancanza di arte, quella che si coltiva lontano dai profitti, o pseudo profitti che pensavate di trarre dando il c#lo a qualche azienda in cambio di elemosina.
La cacciata dei mercanti dal tempio è cominciata.
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