martedì 21 agosto 2018

Fishing Lag

C'è stato un momento, nel mio luminoso cammino da perfect angler, nel quale mi son ritrovato a pescare molto più di quanto riuscissi a mangiare. Gestire le proteine tuttavia risultava molto semplice. Bastava un freezer a pozzo e finiva li.
Gestire il materiale fotografico invece divenne una sfida. Pur tralasciando di fotografare qualunque cosa avesse una pinna e 2 occhi, le testimonianze digitali si accumulavano a dismisura non trovando sfogo sufficiente  nei miei canali di divulgazione del verbo del lanciaerecupera.

Mi ritrovai ben presto ad avere un archivio fotografico talmente variegato da permettermi di scegliere con assoluta calma come rispondere alle disgraziate avventure dei vari prostaffe. 
Potevo ribattere colpo su colpo. Non volevo allagare il web ed il blogghe di catture solo per il gusto di dire che avevo preso qualcosa. 
Quel gusto per la verità non lo provo più da anni.
Diciamo le cose come stanno....i saraghi hanno rotto le palle, i barracuda pure.

Le foto servivano e servono solo per ricamarci delle storie sopra. 

Invece il brivido del lampo, del fulmine a ciel sereno ancora lo desidero come se non l'avessi mai provato in vita mia.

Riemergere dall'oscurità e battere un colpo per vedere le reazioni di quel nefasto mondo dello spinning che nonostante tutto non mi ha ancora dimenticato.

In quest'ultimo mese, non chiedetemi perchè, ho ricevuto richieste e complimenti da persone mai viste prima, mai sentite, che seguendomi dai tempi di SS...hanno continuato a supportarmi pure quando ho aperto il maravillioso.

Tornando a noi....
Ad ogni articolo dovevo decidere quali foto utilizzare, quali foto fossero le più pertinenti al pezzo che stavo scrivendo.
Il criterio cronologico non era più utile ne funzionale.
Il blog è nato senza tempo. Non è un calendario delle mie avventure.
Ben presto le foto dell'oggi venivano sistematicamente scartate perchè non adatte all'oggetto del discorso. 

Tastavo il polso della situazione, vedevo se c'era qualcosa o qualcuno da colpire e scrivevo.
Realizzai lestamente che così facendo ottenevo anche un altro grande risultato. In maniera del tutto inconsapevole.
Confondere i mie stalkers.
Dipingevo una realtà inesistente. Chi passava ore a studiare le foto del blogghe nella speranza di carpire gli spots...almeno non aveva più un riferimento temporale certo al quale collegare le mie catture. Loro non lo sapevano ma io si. La pesca seria è fatta del dove e del quando. Senza uno di questi tasselli non gli restava che leggere il maravillioso.
Per mia abitudine ho sempre pubblicato foto di pesci nelle stagioni invertite. E le stagioni ben presto son diventate anni.

Quindi si, mi son ridotto a postare pesci del millenovecentopastaepatate (cit. )

Qui si apre una voragine immensa, un pozzo senza fondo denso di teorie delle quali mi piacerebbe molto discutere. 
Il valore delle fotografie nel contesto social in cui sguazziamo.
Migliaia ne vengono pubblicate ogni secondo, ogni giorno. Che valore ha una fotografia che non viene condivisa immediatamente?

Se sulle esperienze che si celano dietro son fermamente convinto del contrario....le fotografie scadono? Perdono Valore? Perdono di significato?

Parlo di fotografie nuove, mai postate. Non di quelli che ripostano foto vecchie già viste da tutti per ottenere un briciolo di attenzione quando ( giustamente ) gli si chiude il sipario davanti.

Non sapete per quante fotografie ho perso l'attimo. Le riguardo e dico.....ma che le posto a fare? Che senso ha pubblicare un trofeo del quale mi ero completamente scordato? Già mangiato mesi fa se non anni.

Però di questa foto ho trovato il senso. A volte servono giorni, settimane, in questo caso quasi 2 anni. Quasi, non sto a fare il conto dei mesi.

E' l'ultimo pesce serio prima del salto nel buio. 

Sicuramente l'ultimo che ho acchiappato nella totale ed assoluta spensieratezza, figurarsi era il 26 di dicembre....Leggerissima scaduta.
Quando ancora andare a pesca era un dovere morale ed assoluto, anche per rispetto nei confronti di chi voleva andare ma non poteva.
Dicevo scaduta leggera, campo di battaglia deciso la sera prima, una leggera tensione dovuta alla quasi certezza di non trovare mare sufficiente per insistere con la dovuta fiducia.

Il classico dicembre sardo, cielo sgombro da nuvole e temperatura mite.
Talmente mite da impormi di lasciare la giacca a terra, conscio del fatto che non mi sarei mai bagnato vista la modestia del frangente.
Mi spostavo fra le onde mosso dalla granitica convinzione che non avrei dovuto portare con me nessun'altra esca oltre a quella in canna.
Era la giornata perfetta. 
Ma il pesce fortunatamente tardava ad arrivare. Così cominciai a riflettere sul perchè e sul per come Zarabusta non stava forando come ci si aspetta da lui.

Domande senza risposte. A volte conviene muoversi sulla base di convinzioni non dimostrabili. 
La mia dopo qualche ora era che, in quei 100 metri di costa, non ci fosse pesce. Non era colpa mia. Fine della discussione.
Così mi spostai dove il fondale degradava più velocemente. La schiuma era quasi irrisoria, ed io, per illudermi, lanciavo solo quando l'onda riusciva ad ossigenare l'acqua.
Stiamo parlando di una buca di dimensioni veramente modeste. Che alimentava però la mia speranza.
Quanti lanci si potevano fare prima che questa venisse persa per sempre?  Io ne contai 4.
Quattro lanci per trasformare l'illusione in realtà. 4 lanci mi separavano dal sentire l'odore di pesce fra le mani.....ripensarci dopo è quasi più emozionante che vivere il momento.
A ventaglio come al solito, i primi due lanci perfetti. Ne rimanevano solo 2. Poi si torna a casa.
Vuoi la tensione vuoi la leggerezza dell'esca rispetto al resto dell'attrezzatura....gli altri 2 lanci li sbagliai clamorosamente. Uno troppo corto.....uno invece fu rovinato dalla traiettoria che la lenza fece fare all'esca portandola fuori dalla famigerata straic zon.
Ma quando la traiettoria fu quella giusta.....l'illusione divenne realtà.
Presa in una buca dove di spazio vitale non poteva averne....si lanciò su quel pezzo di plastica verso il quale ormai ripongo fiducia illimitata.
Mi girai immediatamente per verificare la presenza di estranei....nessuno in vista.
Qualche peripezia per tirarla fuori e via al riparo da occhi indiscreti per godere qualche istante fra me e me come ho sempre fatto.





Da solo organizzai qualche autoscatto e devo dire che son saltate fuori delle belle foto. Foto che riguardavo abbastanza spesso e mi domandavo se e quando le avrei mai postate.

Quel giorno è arrivato.



La spensieratezza credo che lentamente ritornerà, e di conseguenza anche il blogghe riprenderà vita.

E l'idea di essere praticamente l'ultimo reduce,pluribannato ma LIBERO, in questo mondo di prostitute e marchette mi da la voglia di non mollare.
La battaglia continua.