mercoledì 7 novembre 2018

Sotto il segno del rastrello.


Troppe volte ho ascoltato l'oroscopo senza capire perchè mai non si avverasse nulla di quanto scientificamente previsto per l'acquario.
Amore non ne trovavo, lavoro neanche, amicizie come se piovesse, salute da buttare ed altre previsioni più o meno nefaste che niente avevano a che vedere con la mia esistenza. Avevo più affinità con la bilancia o col toro che con l'acquario....li leggevo tutti....e giuro che per avere il quadro completo della mia vita dovevo rastrellare da quattro o cinque segni  sempre diversi. Ero un apolide dello zodiaco.

Se un uomo non può nemmeno fare affidamento sull'oroscopo...come fa a costruirsi un futuro? una vita? "Quand'è che troverò lavoro?....Accidenti ai capricorno! Oggi 16 aprile troveranno lavoro, glielo hanno detto!" ....Gli scorpioni troveranno la loro anima gemella...."c'è scritto sul giornale dannazione!" Così dovrebbe essere. Per tutti. 
Ma non per me, come al solito è tutto dannatamente difficile!

Il 2018 è stato un'anno surreale per mille motivi. Non li sto ad elencare. Troppi momenti da ricordare, tanti episodi, tutti con un significato più o meno evidente.
Ed una mezza giornata al mare, passata con una persona che avevo frequentato saltuariamente, giusto il tempo di qualche aperitivo e poco altro, si rivelò essere determinante per la più grande scoperta della mia vita.
Roba da matti.

Tornammo alla macchina a sera inoltrata....non avendo previsto di fermarci così a lungo.... eravamo sprovvisti di qualsivoglia genere alimentare. Solo acqua. 
C'era una discreta fame. Una fame feroce a dire il vero. Alle 21:45 rimanevano solo due possibilità. Rientrare a Sassari ed ipotizzare di mettere qualcosa sotto i denti non prima delle 11...oppure girare a destra, direzione borgo semi abbandonato del maravillioso comune di SS.
In quel momento avrei potuto giocare tutta la mia attrezzatura da pesca sul fatto che non avremmo trovato da mangiare nemmeno un pugno di grano se avessimo sterzato a dritta.
A quell'ora poi.....scordatelo caro Zarathustra. 
Però....in quei frangenti ricordai di essere anche un profeta. Il profeta che in questo mondo di prostaffe e prostitute della pesca può indicare la via per salvare quantomeno la faccia.
Ed i profeti non muoiono di fame, così girai a destra.

Tempo qualche tornante.... pochi cambi di marcia e la profezia si manifestò in tutta la sua lucentezza. .
Non solo nel borgo si vedevano persone per strada, ma anche luci e fumi provenire dalla piazzetta....e pure dalla spiaggia. Era in atto una delle più grandi arrostite che la Sardegna ricordi. Quella sera, in quel posto, a quell'ora.
Non poteva essere un caso.
Scesi dalla macchina con aria esterrefatta. Talmente sbalordito da dimenticarmi i finestrini completamente abbassati e le chiavi inserite nel quadro.

" Per mangiare come si fa?"...." quà abbiamo finito!"  Rispose un individuo marcio quasi quanto me ...." Ma provate in spiaggia...li stanno ancora arrostendo..."
Alla spiaggia si accedeva percorrendo una scalinata colossale, più di 100 metri di larghezza per un dislivello di oltre 40 metri, illuminazione tatticamente soffusa proveniente dal basso, che regalava un colpo d'occhio stratosferico.

Scendemmo col sorriso stampato sulla faccia, sicuri di poter mettere finalmente qualcosa sotto i denti.
Organizzazione ammirevole, con un tocco di autogestione ad oliare gli ingranaggi. 
In pochi istanti ci ritrovammo fra le mani un panino che mi ricordava quelli della Contea, mitico chiosco di Oristown, indelebilmente scolpito nelle mie memorie.
Cavallo patatine, cipolle, insalata e formaggio. Un'ichnusa non filtrata, una bottiglietta d'acqua...e ci scappò pure un tavolino sulla spiaggia, due sedie e la pace dei sensi.
Per una manciata di euro.


Pochi giorni prima ricevetti un messaggio dal Comandante Mannazzu, il quale mi spiegava come fosse possibile individuare il punto nave grazie alla sola osservazione delle stelle. Rimasi colpito dal suo racconto pur trattandosi di argomentazioni molto complesse, momentaneamente al di fuori della mia portata.
Il cielo quella notte era stracolmo di stelle. Mi tornarono in mente le sue parole e furono per me motivo di studio di quanto appreso.
Si aggiunse anche il desiderio, da parte della mia compagnia, di osservare le stelle cadenti....cosa che tutti stavano facendo proprio in quel momento.
Io non avevo desideri da esprimere. Ma mi ritrovai con il naso all'insù ad osservar le stelle.



Pure troppe, non si capiva una mazza talmente carica era la volta celeste. A malapena si riuscivano a distinguere le principali costellazioni.
E fu durante questo accanito sforzo che cominciai a notare stelle che non avevo mai visto prima. Nuovi astri, nuove costellazioni e pianeti inesplorati.

Col dito provavo a disegnare tutto quello che riuscivo a riconoscere ed i tentativi portavano a trovare costellazioni mai viste... la pentola, il coccodrillo, la mangusta, il fungo, lo shoreline, il rastrello, la bottiglia e lo Gnu.

....Il rastrello....Grossman me ne parlava sempre. Io ne parlavo sempre. " FratelLuridAlbe rastrella tutto....in c#lo ai prostaffe...non lasciargli nemmeno una lisca...si devono ridurre a fare le foto coi pesci della Lidl quei beduini."
Effettivamente da qualche anno non facevo prigionieri. Solo vittime. Portavo via tutto, anche le pietre. "Rastrellavo" qualunque cosa...più letale dello strascico.....dove passavo io non crescevano più nemmeno i cardi.

Possibile che esista la costellazione del rastrello? Che nessuno l'abbia mai notata? ....Mi assicurai di definire la sua esatta posizione per poterla ricercare alla prima occasione utile....e tornai a guardare le stelle cadenti. Sconvolto.



Nei giorni seguenti provai a documentarmi ma non trovavo notizie del segno del rastrello da nessuna parte. 
Eppure la costellazione era lì, scolpita nel cielo. Visibile a tutti.....o forse no?
Possibile l'abbia vista solo io? E se la vedessero solo quelli nati sotto il suo segno? E se Zarathustra fosse nato sotto il segno del rastrello? Questo spiegherebbe molte cose.
Sarebbe tutto chiarissimo. Episodi oscuri che di colpo acquisterebbero un senso. L'intera mia esistenza potrebbe finalmente venir intesa se letta sotto la luce della costellazione del rastrello.

La solita pausa estiva mi aveva momentaneamente fatto appendere la canna al chiodo. Troppo caldo, troppi casini affrontati e risolti tra marzo ed agosto. Ero spompato.
Anche i profeti devono andare in vacanza.
Eppure....un impegno di lavoro mi aveva portato in una ridente località balneare...la mattina era occupata. Ma alle 13 sarei stato libero.
"Butto la canna in macchina non si sa mai." 

La speranza di trovare il cancello privo di lucchetto durò quanto un gatto sull'Aurelia. Gattacci schifosi. 
Scarpe da trekking, scarpe da wading nello zaino quechua preso da decathlon a Barcellona nel 2009 con capienza infinita, una scatola di esche, canna e mulinello. 
Arrivai a mare all'ora più calda, luna piena infame a sparigliare le carte....zona più o meno nuova.
Realisticamente parlando potevo sperare solo su pesciolame vario in quantità non meglio precisabili.
Così mi concentrai sulla pesca da presacchio. Occhiate e saraghi venite a me.

Subito notai in lontananza la sagoma di due ceffi, intenti a pescare col galleggiante nell'ansa più bella della zona. Dove sarei voluto andare fin dal momento in cui ho spento la macchina. Pazienza. Forerò lo stesso.

Non sto a farla tanto lunga, il pesce girava, e più mi avvicinavo più quei due sembravano insofferenti alle mie catture, che ormai avvenivano proprio davanti i loro occhi.



Pescetti eh....ma quando tu pigli e gli altri no.....bella roba.
Li superai, camminai molto oltre il previsto, lasciando impronte dove mai fino a quel momento ero stato. Che storia. Ancora km di Sardegna su cui lasciare il segno e poco importa se a fine giornata sarebbero stati circa 8 km percorsi a piedi.



Ed in questa marcia infernale sotto il sole cocente, appena prima della battigia, vidi un oggetto verde che aveva tutta l'aria di essere un.....un.....non è possibile....
Presi a correre per la paura di aver trovato quello che mi era sembrato di vedere....

C@zzo un rastrello! Nel nulla ho trovato proprio un rastrello. 
E pochi giorni prima avevo visto la costellazione del rastrello! Come faccio a credere che sia solo un caso?
Era li, slavato, aspettava solo che lo raccogliessi.
Non esitai un istante. Avevo già pescato, ero arrivato al limite del percorribile....era tempo di rientrare. C'era davvero troppo caldo.

Il mare uno spettacolo. 
Mancava all'appello un sarago di degne dimensioni per farmi tornare alla macchina veramente appagato. Non sarei nemmeno dovuto andare a pesca ed invece...carpaccio di occhiate assicurato. Così puntai a rifare una schiumata che mi aveva regalato poco prima un paio di occhiate. Tanto era di strada.
Lancio, aspetto l'onda, recupero, fermo, botta, sarago.
Esperienza a secchiate.



E Foto del bottino finale con il nuovo protagonista.



Diretto verso la macchina, vagando per i campi in attesa di essere arati....il rastrello cominciava ad emanare i suoi influssi.
Lo sguardo, sempre vigile, cadde in un punto ben preciso in mezzo a decine di ettari.



Ad oggi non so ancora cosa sia, ma era talmente pesante e bello che finì rastrellato pure lui. Pure le pietre mi sarei portato alla macchina.

Inevitabilmente i ritmi sono scesi. Se vado a pesca 4 volte al mese è già un buon risultato. 
Avevo sentito Marco, sembrava una buona giornata. Un po' ventosa per la verità ma valeva la pena.
Lui era libero io ero libero. Andiamo.

Subito in pesca, in attesa della botta, che quella mattina non ne voleva sapere di arrivare. Ci pensò Marco a toglierci dai pasticci. Due barracuda finalmente fecero partire le danze. 
Le sensazioni erano quelle positive, da un momento all'altro mi aspettavo di forare....e cosi accadde.
Botta, peso, qualche accenno di resistenza e poi al paiolo. Era una tracina di dimensioni pazzesche. Spaventosa. Era già morta prima ancora di raggiungere gli scogli. Ma non lo sapeva.

Slamata con tutte le cure del caso e nuovo lancio. Usavo un'esca segreta di cui avrò modo di parlare profusamente nei prossimi articoli.
Nuova botta, saliva veloce, ricciola sotto taglia, stavo per liberarla ma uno sguardo fugace alle mie spalle individuò il rastrello appeso fuori dallo zaino.
Coltello fra gli occhi e via ad onorare la costellazione che mi stava regalando tutto quello che in fin dei conti ho sempre desiderato in vita mia. Pescare.

Il sangue versato allo zodiaco portò immediatamente i frutti più insperati.
Nei lanci seguenti l'inferno. La mezz'ora di fuoco che aspettavo da molto, un carpaccio che mancava ai mie denti da 4 anni almeno.
Lampughe come se piovesse, prese in diversi modi, le prime due a jig, la terza con un ketch, la quarta a popper. Poi lentamente hanno smesso di mangiare le poche esche adatte che avevo portato. Stic@zzi



Sacco pieno, se solo lo avessi portato. A spalla quindi.
Non rimaneva che rientrare, soddisfatti. Peccato per qualcuna persa dal mio compare, ma si rifarà. 
La strada è lunga, avrò tempo per riflettere, più del solito questa volta.  Ripensavo a tutte le volte che avevo svuotato il mare....le stelle del rastrello sicuramente brillavano sopra di me ma io non capivo da cosa derivasse quello stato di grazia.
Pescate colossali trovavano dopo anni una logica spiegazione. Altroché shoreline. Fondamentalmente è il mio comportamento a trovare una spiegazione. Qualunque cosa faccia, in qualunque posto finisca...devo rientrare a casa con qualcosa, che siano funghi, asparagi, pesci, castagne, legna, carciofi a fura, attrezzatura da sub, acqua o vino.

Raaaastrelllooooo. 


L'oggetto dell'articolo in origine era ben diverso, probabilmente ci sarà una seconda parte in un futuro più o meno prossimo. Decisamente più di concetto.