domenica 29 maggio 2022

Il report

Forse per comodità o forse per pigrizia ho pensato di riproporre un formato morto e sepolto da lustri

Sepolto sotto milioni di go pro, di schede di memoria e di terabyte che nel giro di pochi anni lo hanno portato all'estinzione. 

Come le specie di animali delle quali se ne decreta la scomparsa da questo pianeta, cosi tocca a lui. L'assenza per tot anni di una sua apparizione potrebbe ben fare credere che la sua stirpe si sia estinta.

Ho sempre pensato che statuizioni di questo tipo dessero in qualche modo la misura della stoltezza umana....che ha la presunzione di credere che qualcuno o qualcosa possa essere dipartito per sempre da questo pianeta solo perchè lui lo ha stabilito.

E' l'era dei bluefintuna video, delle clip palesemente orchestrate degli shore jiggers, e dei filmati che ci propinano la cattura e cottura di un pesce sul posto, con ingrandimento dettagliato della forchetta che sfrega sul baffetto marcio prima di entrare in bocca, a cui per ovvi motivi, essendo solo una questione di tempo ( perchè ci sarà qualcuno che vorrà essere il primo pure in questo frangente ), seguirà anche la fase finale del procedimento, ossia la defecazione in loco ripresa sia in POV sia da camera su treppiede.


Perciò, in attesa che la disgrazia si compia, proporrò un bel report, strumento di condivisione desueto ma dal fascino irresistibile.

Due righe ben scritte e documentate valgono migliaia di ore di filmati con protagonisti i soliti baffetto/depilati e maghi galbusera che si chiamano bro a vicenda, indossando l'immancabile berretto da rapper.

Non si sentono le voci di qualcuno che parla, le urla immotivate ed i commenti fuori luogo.... e lo si legge anche in presenza di altri senza disturbare il prossimo.

Scegliere quale giornata divulgare fra le non più tantissime uscite di pesca non è cosa facile.

La "qualità" è indispensabile. Vale a dire che il valore della giornata lo da il pesce, la fatica ( il meno possibile ) nel prenderlo, il comfort nel pulirlo e riportarlo alla macchina, e non da ultimo la possibilità che la pescata finisca ad un orario comodo sia per rientrare a casa, sia per fermarsi lungo strada a bere qualcosa in compagnia.

Una bella spigola è molto più bella se si ha il tempo di scarpacciarla seduta stante e godersi un aperitivo tattico defaticante in attesa di cenare.

Questa sarebbe la pescata perfetta. Quasi da letteratura, perchè nella realtà uno degli addendi manca sempre...sicchè non resta che accontentarsi di come vanno le cose.

Ormai sono fuori dal giro che conta da anni, uso uno stradic 4000 FI di terza mano, comprato sul mercatino a 40 euro....gira che una bellezza, mai ingrassato ne oliato.

Uno sguardo alle ancorette delle esche....davvero indecenti.....un tempo lo scintillio che emanavano quelle montate sui miei shoreline imponevano l'utilizzo della maschera da saldatore per maneggiarli. Fiammanti, lucenti e affilatissime. Alla minima imperfezione venivano sostituite.

Ma non ho più voglia di stare dietro a questi dettagli che so essere fondamentali. Ho abbassato di molto gli standard...anche se il freezer è sempre pieno. Dunque avanti così, verso un lento declino, sufficiente per farmi passare gli anni della gioventù senza cadere nella disgrazia piscatoria più totale.

"Che prendo oggi? Anzi dove diavolo vado? Mi sarei anche un po' rotto le p@lle di macinare km su km".

Non c'è da vantarsi ma nessuno e dico nessuno, almeno qua in Sardegna, fa i km che faccio io per pescare.

Vado dove c'è pesce e dove mi piace lo spot. E gli spot che mi piacciono il più delle volte sono lontani.

250-300-350km tra andata e ritorno. Col rischio ( basso ) di non prendere una mazza....è capitato qualche volta....e la mia vita a quel punto non aveva più senso. Defraudato delle mie certezze ed aspettative verso le quali nutro una fede praticamente illimitata.

E' essenziale fare incetta di ottimismo e la ricetta ormai la conosco bene: luoghi inesplorati e pesce. Magari non troppo lontano, con una pista agevole che arrivi a mare ed un "posteggio" per la macchina all'ombra.

Uno degli aspetti più interessanti dell'ultimo periodo è tornare in zone battute agli inizi, quando andavo più a caso che altro, per battezzarli definitivamente.

Non prendere un pesce 10 anni fa poteva voler dire semplicemente inesperienza. Non prenderlo oggi vuol dire bocciarle senza appello.

Cosi ripercorrendo possibili destinazioni...scelgo un tratto di costa dalle quasi certe potenzialità, sommariamente visitato tanti anni fa e mai più ripercorso per mille motivi.

Uno dei tanti era la difficoltà di capire come fosse il mare una volta arrivati alla costa....infatti dall'alto la percezione delle onde risulta distorta ( questo ovunque chiaramente ) ma in base alla tipologia del litorale comunque possiamo tirare ad indovinare con una buona probabilità di azzeccarci.

In zone di alta scogliera...il rischio di non stare in pesca è molto più basso di quando si va in tratti dove la costa degrada lentamente.

Altro aspetto che avrebbe potuto rovinare la giornata era la presenza di alghe in sospensione. Con quelle in giro sarei stato fottuto, non c'è pesca a galla che tenga.

Però, lasciando ogni volta spazio al dubbio....ci sarebbe sempre stato un fattore che avrebbe impedito la redenzione lo spot.

Domani gli eventi saranno dalla mia, non solo me lo sento, ma ho conferme visive che mi trasmettono buone sensazioni.

Si va ad acchiappare spigole di sicuro, poi confido molto nelle occhiate e vedremo che altro.

La bellezza del report già la potete apprezzare in questo preciso momento. Non sentirete ne vedrete infatti le molto di moda fasi "preparatorie" che ci obbligano ad assistere alla sveglia, colazione, espletamento funzioni corporali e "premessa" di come si svolgerà la giornata.

Qui invece ho già posteggiato la macchina e iniziato a bestemmiare perchè dalla strada asfaltata mi è parso di intravedere alghe.

E fa un caldo bestiale fra l'altro. Ho lo zaino da 50 litri decathlon carico di acqua da bere, acqua per lavarmi, waders e scarpe da wading e tutto l'occorrente per sfangarmi la giornata.

Non posso scendere già vestito per due motivi, primo perchè non conosco il viottolo che porta a mare e secondo perchè ci sono 30 gradi anche se siamo a marzo....le scarpe da trekking e tanto peso sulle spalle sembrano la soluzione migliore.

Dunque si parte....ma bastano pochi metri per capire che sarei dovuto tornare alla macchina a prendere un attrezzo fondamentale per la discesa. 

La forbice da potare.

E' il luogo dove nascono le ginestre e si diffondono per questo pianeta. Partono da qui. Una selva irsuta e spinosa di odio vegetale che impedisce il passaggio dell'uomo.

Ma il cinghiale se ne fa beffe, così seguo le orme di questi meravigliosi suini e con una pazienza infinita apro la via. Operazione essenziale in vista del rientro, che avverrà al buio ed in discreta salita.

Dopo mille mila sforbiciate finalmente il muro di rovi si apre e vedo il mare, vedo la schiuma, vedo le alghe....ma anche acqua libera. 

Rimane solo da scegliere il punto dove lasciare il carico e lo individuo subito potendo contare sulla visuale quasi drone style che la scogliera mi offre.

Spot abbastanza uniforme, tranne un paio di punti a cui affido la mia intera vita.

E' mezza mattina, orario del c@zzo, tanto vento laterale, ma la schiuma c'è, l'onda sotto costa è affrontabile e le alghe sono in punti precisi.

Come sempre in questa tipologia di zone prediligo esche un po' leggere, tanto il pesce è attaccato a riva. Bastano davvero 10 metri di distanza e si è in pesca. 

Tendo ad escludere quasi subito la presenza di barracuda, visto il periodo, visto l'orario e vista la zona. Sicchè inizio a lanciare cioccolatini nel sottoriva aspettando l'attacco di una spigola.

Più il sole si alza, più si rende necessario un cambio di strategia. Via i waders, fonte di marciume degli arti inferiori e zampe al vento. La giornata può finalmente cominciare....e le scuse ormai le ho esaurite.

Partono le occhiate, gli ami singoli non aiutano ma salvano le esche, comunque qualcuna la tiro fuori e di media pezzatura. In testa mia so già cosa non fare....spargerle per la scogliera...."tanto poi mi ricordo dove le ho messe".....mi guardo intorno ed è tutto identico. Ho la certezza assoluta che non le avrei mai più ritrovate....ma lo faccio lo stesso....pur di avere le mani libere.

Sono in braghe di tela, camicia, e 5 esche. Un sogno.

Nient'altro fino a che arriva l'ora di pranzo.

No, non ho portato il fornelletto a gas da frecato per fare il catch & cook video. Ho solo un pezzo di formaggio caprino/ovino, della salsiccia, pane raffermo e due arance. E se mai dovessi avere ancora molta fame le occhiate. Crude.

Le ore passano velocemente....ed era necessaria la strategia perfetta per far combaciare il tramonto con le buche migliori che si trovavano vicine al punto di arrivo, ma che al momento sembravano vuote.

Opto per pescare di rientro, ovverosia raggiungere un punto ultimo prefissato e da li lanciare a ritroso, di modo che mi sarei ritrovato nelle zone calde proprio al calare del sole.

Ma già si intuisce che qualcosa sia cambiato. Nella zona più occhiatosa di tutte non escono occhiate ma una spigolotta che libero non senza diversi dubbi.

Nella zona più spigolosa non esce una mazza e nella buca più inutile di tutte finalmente una bella botta piega la canna, dovrebbe essere la spigola taglia forno ed invece è un barracuda senza senso, ma la taglia è forno lo stesso.... se diviso in due...per cui.....verrà con me.

Ribatto la stessa schiumata e pochi lanci dopo un'altra occhiata si fa viva....anche lei dritta nel presacchio.

La spigola invece...latita...ed il tempo stringe, fatte alcune considerazioni decido di ribattere con la tecnica del primo lancio due micro tavolati dalle quali una spigola DEVE uscire.

Nel primo niente, anche se il sole è già sparito dall'orizzonte.

Rimane un solo lancio, in un solo punto.




La redenzione dello spot dipende da questo momento. Io ho fatto tutto quello che era in mio potere per aggiungerlo alla mia lista dei luoghi da battere e creare la sua cartella nel PC.

Fondale troppo basso per esche palettate, mare troppo irregolare per esche a galla. Apro lo scrigno e scelgo un 120. Sarà lui a prendersi questa responsabilità.

Aspetto l'onda giusta e lancio, avendo già disegnato mentalmente la X nel punto preciso dove aspetto la botta....e come nelle grandi storie...la botta arriva davvero.

Pazzesco, uno di quei momenti che rendono la pesca un vero e proprio atto di fede.

Tira un pò troppo per i miei gusti, anche se dal peso non si direbbe una spigola grossa, ma taglia forno...però non capisco la fatica nel girargli la testa...poi quando è finalmente fuori vedo che era allamata all'esterno con un amo singolo....spezzando la punta di un secondo amo per la quale era agganciata.





Respiro, guardo l'orizzonte, inspiro e godo.


Volo verso gli altri pesci, qualche occhiata non la ritrovo più. Stic@zzi, ormai è quasi buio, li squamo e preparo lo zaino.




La pista è sgombra dalle spine, la temperatura è calata, salgo in camicia e un fresco delizioso mi spinge verso la macchina.

Ho pure un cambio d'abiti pronto che mi aspetta.

Missione compiuta.






giovedì 19 maggio 2022

La parabola del Liscia

Dovrebbe essere insegnata a scuola, scolpita su pietra e marchiata a fuoco sui nostri corpi.

Ci sono voluti 6-7 forse 8 anni affinchè si concludesse....ed ora finalmente attende solo di essere divulgata con tutti i mezzi a mia disposizione, apostoli compresi.

Già ero a conoscenza del finale in tempi non sospetti, ma poichè non ne ero il protagonista ho dovuto attendere che il fato facesse il suo corso.

C'è sempre stato una sorta di "scudo" che per anni ha protetto lo spot in questione dalla discesa degli iutuber/influencer e affini che per qualche oscuro motivo continuavano a ruotare intorno all'ormai pluristuprato lago del coghinas.

Violentato al punto tale da indurre gli stessi sventurati a domandarsi come risolvere la penuria di prede che minava la loro reputazione nell'agone internazionale del mondo del bass fishing.

Infatti negli anni passati il Coghinas era garanzia di numeri e taglie mostruose, tanto da indurre fiumane di prostaff ad organizzare viaggi dal continente bass-boat muniti.

Tutto prevedibile, e capisco finanche la leggerezza che ha contraddistinto il modo in cui il lago sia stato gestito, male chiaramente, da cui però potevano trarre un grande insegnamento.

Insegnamento che avrebbe potuto tutelare i loro interessi futuri ma che come al solito, sono stati svenduti per un pugno di esche e un mazzo di likes.

Non sto a fare il conto degli anni perchè sarei un pagliaccio, e certamente sono "arrivato" in ritardissimo, ma una volta messo il naso nel coghinas, girandolo in più punti, già negli anni 2007-2008 non solo si capiva che sarebbe finita di li a breve, ma era davvero fastidioso pescare vista la massiccia presenza di bass boat che, mi preme sottolinearlo, non manifestavano nessun rispetto per chi pescava da riva.

Cioè avevano l'attitudine a coprire il lago come se lo possedessero, nel senso che basavano il loro atteggiamento su un puro rapporto di forza dato dall'attrezzatura a loro disposizione,

In pratica, se ti eri fatto il culo per arrivare in qualche ansa sperduta o posto isolato, pur vedendoti pescare da prima, non avevano remore nell'arrivare sotto costa a 50 nodi, lanciare a raggera per poi dileguarsi ed andare ad impestare le restanti sponde del lago.

Sicchè dopo pochi anni, e poche uscite, essendo allergico alle ( troppe ) persone, come al solito ho preferito trovare una soluzione differente.

E non poteva essere che quella di individuare un altro spot che mi consentisse di forare bass in tranquillità.

Lo trovai subito, le foto nei mie archivi non mentono, 25 maggio 2010, con Marco, spedizione esplorativa.

Il lago era stupendo, un po' lontano, c'era da camminare parecchio, alcune strade bianche invece lo costeggiavano e, fermando la macchina col motore acceso a bordo lago, nella prima ansa utile, al primo tiro e senza nemmeno un giro di manovella si presentò così:


















Slamato, rilasciato e via verso la destinazione finale dove poter finalmente cominciare a conoscere questo lago apparentemente vergine.

Guardando lo specchio d'acqua non si vedeva nulla oltre che bollate, qualche carpa, qualche uccellaccio e ciò che più colpiva era il silenzio a 360 gradi.

Non sto a raccontarvi la giornata, anche perchè credo di averlo già fatto, ma il punto è che nelle uscite successive e negli anni appresso si facevano numeri pazzeschi e pesci veramente grandi.





Si partiva da uno posto completamente vergine, escludendo frequentazioni innocue dei locali, piuttosto frastagliato, tuttavia non eccessivamente grande, ma complicato negli spostamenti da terra, vale a dire che cambiare spot richiedeva tanto tempo, il che forse si traduceva in una sorta di auto tutela del lago stesso.

Era chiaramente una situazione temporanea che non sarebbe potuta durare a lungo, ma ciò che stupisce è la velocità estrema con cui questi cogli@ni si sono bruciati ( rovinandolo anche a noi  lanciaerecuperatori) l'ultimo spot veramente valido che rimaneva in Sardegna.

Da qui nasce la parabola.

Negli anni di stanca del Coghinas, flagellato dalla presenza di bass boat oltre la soglia della sostenibilità....purtroppo qualcuno ha fatto la mia stessa "indagine", con la sola differenza che aveva una bass boat, una maglietta da sponsorizzare e una busta di esche del c@zzo identiche alle migliaia già esistenti.

Tolta la sicura alla granata non poteva che esplodere. Le prime foto ed i primi video apparsi sulla rete, in un posto "nuovo" hanno generato la corsa sfrenata ad accaparrarsi i primi bass mai bucati, tanto grossi quanto stupidi, perfetti per qualunque tipo di sponsorizzazione.

I soliti "noti" guru del coghinas hanno cominciato a frequentarlo in massa, sono comparsi scivoli per le barche, strutture ricettive ( come ovvio che fosse ) e per qualche anno sembrava fosse la terra promessa.

Altre puntate le ho fatte di tanto in tanto per avere il polso della situazione, ma il paziente non rispondeva più alle cure.

Fino a pochi giorni fa, quando Droni Power ha divulgato il suo ennesimo video.


Lato tecnico veramente piacevole, belle riprese, regia e via dicendo, gli auguro ogni successo, se quella è la strada che vuole percorrere, per altro verso non mi dispiacerebbe se affondassero in mezzo al lago la prossima volta che vengono.

E' al minuto 7:18 che la parabola si compie. Cito testualmente: "Il primo giorno qui sul liscia c'è bastato....c'è troppa gente...c'è stata una strana coincidenza perchè c'è una gara tra poco e quindi si son ritrovati tutti qui...ci sono più di 15 ( QUINDICI ) barche e il posto è piccolo e in più non è neanche informissima per cui preferiamo spostarci."


Droni ed i suoi simili, come locuste fameliche, senza nemmeno pensarci un istante, hanno divorato l'ultimo prato sardo di erba verde da cui potevano trarre sostentamento.

Ma la parabola prese inizio 7 anni fa quando andarono al Liscia per la prima volta e rimasero colpiti dalla generosità del lago...anche in quell'occasione girarono e successivamente diffusero un bel video, che non lasciava dubbi: "Venite e violentate anche voi questo posto...... tanto noi non siamo sardi, che cazzo ce ne frega." 

Ho letto questo spirito fra le righe.

Vuol dire che lo hanno conosciuto nel 2015....immaginatevi cosa poteva essere quando andai io per la prima volta.....2010. Un posto pazzesco.

Tutto spiegato e dronato dall'alto per generare la corsa allo sputtanamento più totale.

Ora però sappiamo com'è andata. Ce lo insegna la parabola. Un c@zzo di niente....No non è la giornata storta...io che ci sono andato con regolarità ogni anno per quasi ormai 12 anni, ho visto un crollo generale delle catture e della taglia dei pesci.

La giornata buona capita ancora come capita ovunque, come capita a trote e come capita a mare.

Ma il Liscia era spaventosamente generoso. Hanno fatto man bassa di catture, foto e video....senza pensare che sarebbe stato dannoso per loro stessi essere così tanto predoni da venire, sputtanare e ripartire senza ritegno.

Ci sono voluti 7 anni perchè se ne accorgessero e lo ammettessero candidamente nei loro video.

Va be..... ma poi vanno a prendere lucci al flumedonsa, che c@zzo gliene frega.... 

Riaggiorniamoci fra 4-5 anni con la parabola del lago alto....quando tornerete con quei bastoni da pollaio per pescare lucci...e prenderete solo scardole o tinche.

Noi del posto ci attacchiamo al c@zzo. 

Come sempre.

In Sardegna è importante arrivare primi, o almeno fra i primi perchè potete stare certi che qualunque cosa bella ci sia....verrà cancellata in pochi anni. Gli ambienti non sono così vasti da sopportare le invasioni fomentate dalla masnada di bifolchi armati di go pro. 

Ho rinunciato a tanto pur di godermi in pace le novità....e non mi sono pentito della scelta.

Erano situazioni talmente belle, diventate oggi così rare, che a volte mi domando se non sarebbe stato meglio non viverle affatto.....perchè il confronto coi tempi che furono mi divora.

Non avrò risposta, purtroppo.


Avevo pronto un pezzo che trattava di pesci presi....ma le circostanze mi hanno indotto a cambiare in corsa....poco male....a breve pubblico l'altro.